MORTE KOBE BRYANT: RESPONSABILITÀ DEL PILOTA?

Un’audizione in corso della Ntsb, l’ente federale statunitense che si occupa degli incidenti nei trasporti, sta provando a fare luce sulla morte di Kobe Bryant: è già passato oltre un anno dallo schianto dell’elicottero Sikorsky S-76 sulle colline di Calabasas, che ha portato alla morte di 9 persone. Tra queste Kobe e la figlia Gianna, oltre allo stesso pilota Ara Zobayan. Il quale, fin da subito, è parso avere qualche responsabilità: naturalmente in un incidente del genere è necessario fare luce su ogni aspetto, e nelle prime ore e giorni seguenti al disastro si è subito posto l’accento sulle scarse condizioni climatiche.



L’indagine della Ntsb riporta come Zobayan stesse volando in una modalità particolare, muovendosi in aria accertandosi di vedere la zona circostante e a sua volta di essere visti: peccato che il volo a vista gli proibisse in termini legali di andare incontro alle nuvole, come riporta il Corriere della Sera nel suo riassunto. Il pilota ha di fatto sperimentato una “illusione somatogravitazionale”, ovvero la falsa percezione di movimenti verso l’alto che in realtà non si stanno verificando: le statistiche dell’ente federale riportano come 184 incidenti siano stati dovuti a questo fenomeno, 20 dei quali con elicotteri coinvolti e il 70% con nessun sopravvissuto.



I PRESUNTI ERRORI DEL PILOTA

Come ha spiegato Bill English nell’audizione, il pilota dell’elicottero che trasportava Kobe Bryant avrebbe commesso almeno due errori. Il primo sarebbe stato quello di voler comunque volare nonostante le condizioni avverse, una sorta di pressione auto-indotta visti i passeggeri a bordo; qui, tuttavia, si era già detto di come probabilmente fosse stato lo stesso Bryant a voler mettersi in viaggio a ogni costo. Il secondo errore sarebbe stato quello di non affidarsi all’auto-pilota, molto sofisticato, fidandosi soltanto del suo istinto: l’indagine sostiene che il percorso finale dell’elicottero indichi abbastanza bene questo, con movimenti che non sono coerenti con l’addestramento che Zobayan aveva ricevuto.



Pur sapendo di avvicinarsi ad un’area con visibilità ridotta (lo dimostra l’aggiornamento meteo di poco prima”, il pilota non si sarebbe mosso di conseguenza, non studiando alcuna alternativa. Così, alla fine, le registrazioni dei dialoghi con la torre di controllo rendono evidente come Zobayan fosse convinto di riprendere quota quando in realtà stava precipitando; da questo punto di vista, l’indagine Ntsb sostiene che il Terrain Awareness and Warning System (Taws) non sarebbe comunque servito, o addirittura avrebbe creato maggiore confusione: ad ogni modo il dispositivo non era installato, né era a bordo la scatola nera che, per elicotteri di quel tipo, non è obbligatoria.