Svolta sulle indagini collegate alla morte dell’attore Libero De Rienzo, trovato esanime all’età di 44 anni all’interno della sua abitazione a Roma lo scorso 15 luglio. Un uomo, originario del Gambia, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di essere il pusher che avrebbe venduto eroina al protagonista di “Smetto quando voglio”. Il cittadino africano sarebbe stato colto in flagranza di reato mentre praticava l’attività di spaccio nei confronti di alcune persone in zona Torre Angela e il suo nome è stato collegato a quello di De Rienzo grazie ai tabulati telefonici, la cui analisi approfondita ha consentito alle forze dell’ordine di rilevare con precisione la posizione dello spacciatore nelle ultime ore di vita dell’interprete napoletano.

In particolare, è emerso che si trovava nelle immediate vicinanze della sua casa e nella memoria dello smartphone dell’attore sarebbero stati trovati contatti con il gambiano. Giova ricordare, ai fini di una precisa ricostruzione del quadro, che, a seguito del ritrovamento del corpo, gli inquirenti avevano rilevato un quantitativo di polvere sospetta, classificata solo a posteriori come eroina. In virtù di ciò, i pm avevano aperto un fascicolo per “morte in conseguenza di altro reato”.

MORTE LIBERO DE RIENZO: PUSHER AFRICANO ARRESTATO

Gli accertamenti eseguiti dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Roma San Pietro hanno consentito di entrare in possesso di indizi tangibili e concreti del fatto che sia stato proprio il pusher africano arrestato in data odierna a cedere l’eroina a Libero De Rienzo, sul cui cadavere, peraltro, sono stati eseguiti dei prelievi tossicologici nell’ambito dell’esame autoptico. Gli esiti, ad oggi, sono ancora sconosciuti.

Per quanto concerne invece il gambiano finito in manette, egli è stato trovato in possesso di ulteriori 7,7 grammi di eroina, che hanno fatto scattare l’arresto anche del suo connazionale coinquilino per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari sono riusciti a ottenere le prove di un’intensa attività quotidiana di spaccio, eseguita con il metodo del “porta a porta” dall’uomo, che si spostava da una zona all’altra della Capitale usufruendo dei mezzi pubblici, in particolare della metropolitana, così da abbattere le tempistiche di viaggio e di consegna.