Sono giunte ad una svolta le indagini sulla morte di Libero De Rienzo, l’attore trovato senza vita nella sua abitazione lo scorso 15 luglio a causa di una overdose di droga. A cinque mesi dalla morte dell’artista l’uomo che gli ha venduto la sostanza stupefacente risultatagli fatale è stato rinviato a giudizio dal gip di Roma. Il pusher, il gambiano 32enne Mustafa Minte Lamin, è accusato di reato di morte come conseguenza di altro reato, poiché ovviamente esiste una causalità diretta fra la vendita di eroina a De Rienzo e la morte dello stesso.

L’udienza, fissata per il prossimo 6 aprile 2022, vedrà l’imputato Mustafa Minte Lamin comparire davanti ai giudici per rispondere delle proprie azioni. Secondo quanto riferito da Ansa l’impianto accusatorio avrebbe ricostruito quanto successo a luglio e il quadro che avrebbe portato al decesso di De Rienzo nella sua casa. A scoprire il corpo dell’uomo, che aveva 44 anni, era stato un amico sollecitato dalla moglie, preoccupata perché non aveva notizie del marito da alcune ore. “Picchio non c’è più, Picchio è morto” l’urlo disperato dell’uomo una volta arrivato e scoperto il decesso dell’amico.

MORTE LIBERO DE RIENZO, IL CASO RICOSTRUITO

Mustafa Minte Lamin il prossimo 6 aprile 2022 dovrà rispondere delle accuse di reato di morte come conseguenza di altro reato. Secondo quanto riferito da Ansa le indagini degli inquirenti hanno confermato che il decesso di Libero De Rienzo sia da rintracciare nell’assunzione della droga che lo stesso pusher gambiano 32enne gli aveva fornito. L’uomo, accusato della morte dell’artista, andava a trovare porta a porta i propri clienti consegnando a domicilio le sostanze stupefacenti. Anche nel caso di De Rienzo era andata così e l’epilogo è stato tragico.

Dopo qualche settimana dalla morte di De Rienzo, Mustafa Minte Lamin era stato fermato dalle forze dell’ordine per tutti gli accertamenti del caso. Fin da subito è risultato piuttosto chiara la gestione dei clienti del gambiano. Gli inquirenti sono riusciti ad individuare l’uomo grazie ai tabulati telefonici che avevano confermato come il pusher si trovasse nei pressi della casa di Di Rienzo proprio poche ore prima dalla morte dell’attore.