È Lorenzo Parelli il giovane di soli 18 anni che ha perso la vita venerdì 21 gennaio in un incidente nello stabilimento della Burimec, azienda specializzata in lavorazioni meccaniche, durante uno stage di alternanza scuola-lavoro. Una tragedia terribile che ha travolto la sua famiglia, residente a Castions di Strada, Comune che dista all’incirca 20 chilometri da Udine. La mamma del ragazzo, Maria Elena Dentesano, ha affidato al sindaco, Ivan Petrucco, il proprio sfogo: “Non incolpo nessuno, anche perché non so con esattezza cosa sia successo. Solo un fatto è certo: mio figlio è uscito per andare a scuola e non è più tornato”.
Il primo cittadino è corso a casa dei genitori di Lorenzo, Maria Elena e Dino, per dare loro conforto e ai colleghi del “Corriere della Sera” ha sottolineato che la donna, senza muovere accuse particolari, ha sottolineato tra le lacrime che si tratta di “un fatto straziante, inaccettabile”. Suo figlio è molto schiacciato da una sbarra di acciaio di circa 150 chilogrammi, che si è staccata dal macchinario utilizzato per assemblare un’impalcatura d’acciaio di 15 metri. Aveva regolarmente il casco, ma non è bastato di fronte alla mole enorme del corpo che l’ha colpito.
LORENZO PARELLI, LE PAROLE DELLA PROCURA
Come scrive il “Corriere della Sera”, l’amministratore delegato e rappresentante legale della Burimec è indagato per omicidio colposo nell’ambito del decesso di Lorenzo Parelli. Inoltre, una nota della Procura diretta da Massimo Lia chiarisce che “ci sono approfondimenti per individuare eventuali ulteriori profili di responsabilità a carico di altre figure aziendali”. In più, i carabinieri hanno interrogato alcuni operai che hanno assistito all’incidente, mentre “gli ufficiali giudiziari del Dipartimento Prevenzione della Asl indagano sui due punti chiave della disgrazia: l’eventuale presenza di un tutor scolastico nel capannone e ciò che Lorenzo, iscritto al quarto anno del Centro di formazione professionale Bearzi, apprezzato istituto salesiano a Udine, stava facendo prima di essere colpito dalla sbarra”.
Si è appreso inoltre che gli inquirenti hanno acquisito i protocolli di ciò che don Lorenzo Teston, direttore del Cfp, preferisce chiamare “sistema duale” (alternanza scuola-lavoro). Ma Lorenzo aveva un tutor che lo affiancava? “Era monitorato”, ha ermeticamente risposto don Teston.