Per la morte di Marco Valerio Corini, avvocato di vip e calciatori, sono state condannate la sorella Marzia e la collega ed ex compagna, Giuliana Feliciani. Come riferisce il quotidiano di Genova, Il Secolo XIX, il noto avvocato era morto il 25 settembre del 2015, e il suo decesso era finito fin dalle prime battute sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Corini era malato terminale di cancro, ma dopo accurate indagini si è scoperto che il decesso della vittima fosse stato di fatto anticipato dalla sorella, in collaborazione con la Feliciani.
E così che nella giornata di ieri la prima è stata condannata a 15 anni di carcere, mentre la seconda a quattro, con l’aggiunta della confisca di un milione e duecentomila euro, sentenza emessa dalla Corte d’Assise della Spezia. In tribunale è stato stabilito che ad uccidere Marco Valerio Corini sarebbe stata la sorella Marzio attraverso un dosaggio letale di Midazolam, un potente sedativo, e il movente sarebbe di natura economica, visto che, secondo la procura e i carabinieri, la donna temeva di essere in qualche modo danneggiata dall’eredità.
MORTE MARCO VALERIO CORINI, CONDANNATA LA SORELLA MARZIA E UNA COLLEGA
Nel giorno della sua morte, l’avvocato Corini si sarebbe dovuto incontrare con un notaio per definire il testamento, ma quell’incontro non sarebbe mai avvenuto: Marzia, medico anestesista che lavora con diverse associazioni umanitarie, gli ha iniettato il sedativo, ed è stata condannata per omicidio volontario, furto di medicinali e uso di testamento falso. Proprio per via della ricca eredità (circa 3 milioni di euro), è entrata in scena anche Giuliana Feliciani, avvocato del foro di La Spezia, ex collega di studio di Marco Corini, ed ex “compagna” (i due avevano avuto una relazione sentimentale). Secondo quanto scritto da Il Secolo XIX, la donna rivendicava parte degli incassi del collega a seguito del processo sul G8 di Genova, e la Corte d’Assise l’ha condannata per circonvenzione d’incapace e uso di testamento falso, avendo incassato 200mila euro dalla vittima.