Non è stato Andrea Landolfi a uccidere Maria Sestina Arcuri, la 26enne morta nel febbraio del 2019 a seguito di una rovinosa caduta dalle scale mentre si trovava presso la villetta di Mirella Iezzi, nonna del suo fidanzato, in via Papirio Serangeli a Ronciglione, in provincia di Viterbo. Il compagno della vittima, imputato per omicidio volontario e omissione di soccorso, si è visto riconoscere l’assoluzione con formula piena da parte della Corte d’Assise del tribunale viterbese ed è stato rimesso in libertà. Una sentenza alla quale si è giunti a seguito di elucubrazioni decisamente prolungate, dal momento che la sua pronuncia è pervenuta dopo più di dieci ore di camera di consiglio.
Landolfi, sul quale pendeva minacciosa la richiesta di venticinque anni di reclusione presentata dal pubblico ministero, Franco Pacifici, sin dal giorno del tragico accadimento si è professato innocente, anche se i familiari di Maria Sestina (parte civile nel processo) non si sono mai detti convinti della tesi della tragica fatalità, tanto che il loro avvocato, Vincenzo Luccisano, aveva chiesto per il 32enne romano la condanna senza attenuanti. A detta della Corte, però, non è stata raggiunta la prova piena della responsabilità dell’imputato.
MORTE MARIA SESTINA ARCURI, ASSOLTO ANDREA LANDOLFI
A fronte della pronuncia della sentenza con cui Andrea Landolfi è stato assolto dalle accuse per la morte della sua fidanzata, Maria Sestina Arcuri, è d’uopo ripercorrere cosa accadde in quella tragica notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019. La ragazza, come anticipato poche righe fa, precipitò dalle scale di un’abitazione a Ronciglione: erano circa le 2 di notte e la malcapitata si sarebbe spenta pochi giorni dopo, il 6 febbraio, presso l’ospedale Belcolle. Trascorsero sette mesi e, nel settembre del 2019, Landolfi si ritrovò in cella, accusato di avere spinto la sua compagna, con la quale stava trascorrendo il fine settimana, provocandone il decesso.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in quel periodo si erano registrate numerose liti fra i due innamorati, in quanto Maria Sestina avrebbe avuto intenzione di interrompere la relazione. È doveroso altresì puntualizzare che all’arresto di Landolfi si giunse in seguito alla ricostruzione del suo profilo caratteriale, definito violento e irascibile dalle sue ex fidanzate, chiamate a testimoniare, e, soprattutto, alla descrizione effettuata dal figlio dell’indagato, un bambino di appena cinque anni, che si trovava nella casa di Ronciglione e aveva visto con i suoi occhi la vittima cadere. Il tribunale del Riesame ritenne “un racconto chiarissimo” quello effettuato dal bambino, che ricostruì di fronte a una psicologa la scena alla quale aveva assistito con l’ausilio di un pupazzo di Topo Gigio. In sintesi: il padre provò ad abbracciarla, lei lo respinse e lui la scaraventò oltre il parapetto. Una versione dei fatti, però, totalmente annullata dalla sentenza, con il dubbio che torna a palesarsi in tutta la sua irruenza: com’è morta Maria Sestina Arcuri?