La nuova inchiesta sulla morte di Mario Biondo ha già portato ad una novità importante, facendo finire agli atti il nome di un presunto indiziato. A renderlo noto è il quotidiano Il Messaggero: l’uomo in questione in qualche modo coinvolto con la morte del giovane cameraman palermitano è uno spagnolo cinquantenne che proprio la notte in cui Biondo morì, impiccato alla libreria della sua casa di Madrid dove viveva con la moglie – la nota conduttrice tv Raquel Sánchez Silva – utilizzò gli account social di Mario. Il nome del soggetto è stato comunicato alla procura generale dai consulenti privati che svolgono le indagini difensive per la famiglia Biondo. Il lavoro dei consulenti italo-americani che presto saranno sentiti in procura, però, non si è ancora concluso.



Nei giorni a venire attraverso l’avvocato Carmelita Morreale sarà consegnata una relazione contenente un secondo nome corrispondente all’Ip che sia la notte del decesso di Mario che il giorno seguente quando fu rinvenuto il corpo senza vita del palermitano e a polizia era già nell’appartamento di Madrid, si collegò al wifi di casa. L’ipotesi già più volte sollevata è che Mario non fosse solo nell’appartamento a dispetto di quanto sempre sostenuto dalle autorità spagnole che archiviarono il caso.



MORTE MARIO BIONDO, DAI PROFILI SOCIAL ALLA CARTA DI CREDITO: I DUBBI

Grazie agli indirizzi Ip, i consulenti sono riusciti a individuare due iPhone che la notte del decesso di Mario Biondo e nelle ore seguenti ebbero accesso ai profili Twitter e Facebook della vittima. Il primo è quello relativo al 50enne, già emerso durante gli accertamenti. E’ lui ad accedere al profilo Twitter di Biondo. L’altro invece accede a Facebook e si aggancia al wifi di casa. A quanto pare entrambi i cellulari sarebbero nella medesima zona in quanto aggancerebbero la stessa cella. Adesso occorre capire chi è la persona che ha avuto accesso all’account Facebook usando la rete domestica. Poco prima di morire, Mario aveva usato proprio Facebook per comunicare con i familiari. Gli accertamenti hanno confermato che alle 00.48 uno dei due dispositivi avrebbe agganciato il wifi ed usato in casa mentre il secondo sarebbe stato usato nei pressi dell’abitazione. Entrambi erano invece nell’appartamento di Mario durante i rilievi della polizia. Tra gli altri gialli anche la carta di credito di Mario usata la notte della sua morte in un nightclub tra le 2.08 e le 2.53 e mai rinvenuta.



La famiglia del cameraman non ha mai smesso di credere che dietro quel decesso ci fosse un omicidio. Molti dubbi della famiglia e non solo riguarderebbero proprio le contraddizioni della moglie Raquel e il luogo in cui si trovava la notte del 29 maggio 2013. Lei ai pm italiani rispose con un “Non ricordo”.