La morte misteriosa di Mario Biondo sarà al centro dello speciale de Le Iene, in onda nella prima serata di oggi su Italia 1 e dal titolo “Un suicidio inspiegabile”. Il punto di partenza è rappresentato da un quesito che, a distanza di 8 anni, non trova ancora una risposta certa. Come è morto Mario Biondo? Cameraman palermitano dalla vita apparentemente senza ombre, fu trovato morto nella sua casa di Madrid il 30 maggio 2013. L’uomo, sposato con la celebre giornalista e conduttrice spagnola Raquel Sánchez Silva, fu rinvenuto impiccato ad una libreria. Una morte che gli inquirenti spagnoli non tardarono a bollare rapidamente come un suicidio al quale però i genitori di Mario non hanno mai creduto avviando così una lunga battaglia affinché la verità potesse finalmente emergere. A convincere la famiglia Biondo dell’impossibilità che il figlio si sia tolto la vita sarebbero tutta una serie di anomalie emerse in questi anni e che ancora oggi continuano a lasciare dubbi.
Solo in queste ultime settimane, infatti, i riflettori sul giallo di Mario Biondo e della sua morte sono tornati ad accendersi in seguito ai risultati di alcuni riscontri da parte dei consulenti della Emme Team, società di professionisti italo-americani ai quali la famiglia di Mario di è rivolta per svolgere le indagini difensive. nel mirino degli investigatori, la presunta presenza di altre persone in casa al momento della morte del cameraman che andrebbe così ad alimentare la tesi dell’omicidio da sempre sostenuta dai genitori del ragazzo.
MORTE MARIO BIONDO: GIALLO DOPO 8 ANNI
La famiglia di Mario Biondo non ha dubbi: il ragazzo sarebbe stato ucciso. Ma da chi? E soprattutto perché? Attraverso il recente studio degli indirizzi IP e alla loro geolocalizzazione, come reso noto da La Sicilia, i consulenti della società italo-statunitense avrebbero identificato due persone connesse ai social del cameraman nei frangenti precedenti e successivi alla sua morte. Nelle passate settimane i consulenti di Emme Team avevano scoperto che le conclusioni del consulente nominato dalla procura di Palermo nel 2014 “erano totalmente incompatibili con gli allegati e le copie forensi dei dispositivi, specialmente dopo aver recuperato le attività internet dei profili social di Mario Biondo, su Facebook e Twitter”. Proprio i dati e le attività sui social avrebbero ora permesso “di identificare almeno due persone coinvolte quella notte e presenti all’interno dell’appartamento e nelle sue immediate vicinanze”. Mario, dunque, non sarebbe stato da solo nella casa in cui è poi stato rinvenuto senza vita. Alla luce degli ultimi dati ottenuti, il perito Emme Team e il team di legali consegnerà l’intero lavoro alla procura di Palermo in attesa di poter intraprendere “quelle azioni peritali che speriamo portino finalmente giustizia a Mario Biondo”.
ANOMALIE E CONTRADDIZIONI: I DUBBI
Per otto lunghi anni non è stata chiarita la natura della morte di Mario Biondo e ad alimentare i dubbi dei familiari sarebbero tutta una serie di incredibili anomalie. A trovare il corpo senza vita del cameraman nell’appartamento spagnolo fu la domestica che però, in sede di interrogatorio davanti ai magistrati palermitani rese varie contraddizioni rispetto all’orario. Anche la moglie del giovane non avrebbe contribuito a fare totale chiarezza. Dubbi anche sulle modalità della morte: il corpo fu trovato appeso alla libreria con una pashmina di seta dal nodo visibilmente largo e distante dalla testa, il corpo rigido con le gambe tese, i talloni che toccano terra, la testa reclinata in avanti e le braccia stese lungo il corpo. Attorno a lui tutto è immobile su quella scena. La notizia della sua morte inizia a circolare addirittura prima che la moglie lo venisse a sapere: come mai? Tante ancora le anomalie e le contraddizioni: dalla posizione innaturale in cui viene ritrovato il cadavere ad alcuni segni evidenti sul corpo di Mario di cui, però, non ci sarà traccia nel referto del medico legale spagnolo. Adesso, l’ultimo pezzo del puzzle avrebbe a che fare con la presunta presenza di altre persone nell’appartamento negli ultimi istanti di vita del ragazzo.