Sono passati 14 mesi dalla morte di Mario Paciolla, il 33enne cooperante in missione in Colombia per conto dell’Onu, dove fu trovato impiccato il 15 luglio 2020. Da allora però le indagini non sono riuscite a fare totalmente luce su quanto accaduto anche per via dei numerosi depistaggi, delle ricostruzioni contradditorie e dei muri di silenzio. Secondo le autorità colombiane, riferisce Repubblica, la morte di Mario fu un suicidio. Tesi questa sostenuta anche dall’Onu. Sull’episodio è in corso anche un’inchiesta da parte della procura di Roma che tuttavia non ha ancora escluso del tutto la tesi dell’omicidio.



Quanto trapelato dall’autopsia eseguita da Vittorio Fineschi, sarebbe in disaccordo con quanto sostenuto dalle autorità colombiane. Questo ha portato gli inquirenti a disporre ulteriori accertamenti per spazzare via ogni eventuale dubbio. Intanto la procura di Roma resta in attesa di ricevere dalla Colombia le risposte ai dubbi sollevati dall’autopsia e solo in seguito al ricevimento dei documenti sarà probabilmente tutto molto più chiaro.



Morte Mario Paciolla: svolta vicina?

Il caso potrebbe essere dunque ad una svolta ed anche per questo la famiglia chiede ai colleghi che erano con Mario in Colombia di parlare e raccontare ciò che sanno sugli ultimi giorni di Paciolla. Tra le poche certezze legate al giallo sulla sua morte c’è la grande paura da parte del cooperante napoletano di 33 anni. Questo lo aveva portato ad anticipare il suo rientro in Italia tanto da acquistare il giorno prima del presunto suicidio un biglietto di ritorno. Lo stesso giorno aveva anche preso un appuntamento al quale non si sarebbe mai presentato.



Il reportage del giornale colombiano El Espectador riconduce la morte di Paciolla ad un drammatico episodio avvenuto in Colombia nell’agosto di due anni fa. Si tratta di un bombardamento militare ai danni di un accampamento delle Farc e che provocò la morte di sette minorenni. La vicenda aveva contribuito a creare una profonda crisi nel governo colombiano che culminò con le dimissioni del ministro della Difesa Gullermo Botero, sulla quale Mario potrebbe aver raccolto documentazione che non è mai stata ritrovata.