Nel caso di Martina Rossi, la studentessa 20enne che il 3 agosto 2011 morì a Palma di Maiorca mentre si trovava in vacanza con due amiche, dopo essere precipitata dal balcone della stanza dell’hotel, la difesa dei due condannati a 3 anni in via definitiva per la tentata violenza, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, sostiene che la caduta sarebbe “anche colpa sua”. Oggi, riferisce Il Corriere della Sera, entrambi si trovano in regime di semilibertà e sulla loro posizione era intervenuta la prescrizione per l’accusa di morte come conseguenza di altro reato.



Immediata la reazione della madre della vittima, Franca Murialdo, alla tesi dei difensori considerata “aberrante” dalla famiglia di Martina Rossi: “Non c’è vergogna. Dire che Martina è precipitata dall’albergo anche per colpa sua è qualcosa che va oltre l’immaginabile. Martina è morta per sfuggire a un tentativo di stupro, è scritto nella sentenza definitiva e nessuno può più metterlo in dubbio. Eppure ogni volta c’è un tentativo di cancellare la verità. Come si può arrivare a tanto?“.

Martina Rossi, la difesa dei condannati invoca una nuova perizia

La difesa dei due 30enni Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, che alloggiavano nello stesso hotel di Martina Rossi, avrebbe chiesto che il giudice civile del Tribunale di Arezzo – davanti al quale si svolge la causa per il risarcimento – riconosca, attraverso una nuova perizia, un grado di responsabilità della studentessa nella caduta mortale. Secondo i legali, ricostruisce Il Corriere, sarebbe stata anche colpa sua se scavalcò la ringhiera durante la fuga.

Il padre di Martina Rossi, Bruno, ha definito questa tesi “aberrante”. “Si comportano come se non fosse successo nulla“, avrebbe aggiunto il genitore sottolineando l’amarezza della famiglia della vittima: “Martina non tornerà più — hanno dichiarato i genitori dopo la sentenzama almeno adesso le è stata restituita la dignità e sappiamo quello che è successo quella notte. La verità è quella e va rispettata. Martina fuggiva da uno stupro, come si fa a dire che è morta anche per colpa sua?“. “Non c’è una cifra che riconosca la sofferenza per la perdita di Martina“, hanno precisato il papà e la mamma della studentessa che hanno sottolineato come il risarcimento “andrà all’associazione Martina Rossi, nata con l’obiettivo di aiutare le donne vittime di violenza e le persone più fragili“.