Storie Italiane si è recato stamane in quel di Castelvetrano, il paese natio di Matteo Messina Denaro, morto nella giornata di ieri a seguito di un cancro. Giacinto Pinto, inviato di casa Rai, ha raccolto la testimonianza di Giuseppe Cimarosa, il figlio di un collaboratore di giustizia, che ha raccontato: “E’ morto il mio mostro, la persona che ho sempre temuto e che mi ha guastato la vita e l’infanzia”. Suo padre, grazie alle sue parole, è stato decisivo nei processi contro il boss stragista. “Troppe persone stanno dalla sua parte – aggiunge Cimarosa – ciò che mi sconvolge è vedere quante persone hanno scritto le condoglianze, persone che ci mettono proprio la faccia”.
L’inviato Rai ha incontrato proprio alcune delle persone che stanno soffrendo per la morte di Matteo Messina Denaro, come un ragazzo che ha detto: “Siamo in lutto, non sto scherzando, siamo in lutto – ha ribadito – è quello che ho detto, quando faceva comodo allo stato e dopo no?”. Giacinto Pinto aggiunge: “Alcuni ragazzini urlavano ‘Matteo il numero uno’, giovani e giovanissimi che affollavano la piazza”. Così invece Il sindaco di Castelvetrano: “Da lui abbiamo preso le distanze da tantissimi anni e adesso lo riceviamo da morto, abbiamo chiuso un capitolo e ne apriamo un altro per dare risalto al nostro paese”.
MORTE MATTEO MESSINA DENARO, LE PAROLE DI DON COLUCCIA
In studio a Storie Italiane arriva quindi il commento di Don Coluccia, che da anni è in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata, a cominciare dallo spaccio, commentando le parole del ragazzo che ha detto di essersi in lutto: “E’ frutto di una mentalità che va ancora estirpata, non è facile farlo. Per 30 anni questa persona ha agito nel pieno nascondimento esercitando la sua attività criminale, basta pensare che è stato mandante dell’uccisione di Giuseppe Di Matteo e dovrebbe far riflettere questo ragazzo che forse avrà la stessa età di Giuseppe, che è stato sciolto nell’acido. Non stiamo in lutto tutti – ha concluso don Coluccia – non spetta a me il giudizio come prete ma è una persona che ha minato il bene, la pace e la tranquillità di tante famiglia con la sua azione criminale”.