Il suicidio del 17enne Michele Ruffino, gettatosi dal ponte di Alpignano, in provincia di Torino, nel 2017, al centro della puntata di oggi di Storie Italiane. Michele Ruffino aveva scritto una lettera agli amici, che però gli stessi hanno tenuto nascosto, e forse, se quella lettera fosse emersa, il minorenne si sarebbe potuto salvare. “Per l’ennesima volta ci troviamo di nuovo a parlare di vittime – le parole della mamma di Michele, riferendosi anche al caso di Gianmarco Pozzi e al ragazzo malmenato a Colleferro pochi giorni fa – ragazzi che non ci sono più. Non si può andare avanti così, ho sentito la storia di queste mamme e mando un grande abbraccio, viviamo lo stesso dolore, solo fra noi mamme possiamo capire cosa abbiamo dentro, orfane dei nostri figli”.
La madre di Michele Ruffino ha aggiunto: “Nella storia di Michele c’è qualcosa che dà fastidio a qualcuno, la mamma di Michele è scomoda ma non mi fermo, mi sono affidata alla giustizia visto che fare vendetta non serve a nulla. Noi stiamo lottando contro il bullismo, e il nostro dolore lo abbiamo messo per aiutare i ragazzi, ma ancora oggi ci troviamo ad assistere a ragazzi morti per pestaggio”.
MORTE MICHELE RUFFINO: “E’ SEMPRE STATO UN EROE”
“La cosa più vergognosa – ha proseguito la mamma di Michele Ruffino – è che sono 38 mesi che mio figlio non c’è più, attendo risposte dalla magistratura, mi sono trovato una richiesta di archiviazione un anno fa, con una motivazione che non riesco a definire, che parlano di ‘figlio deforme’. Lui è sempre stato un eroe, un vincente, ma anche se fosse stato deforme, chi si prende il lusso di poter deridere un ragazzo con disabilità. Posso perdonare ancora i ragazzi ma non posso accettare che il pm mi faccia una dichiarazione del genere con la parola deforme. Bisogna dare risposte a noi mamme, i nostri figli non sono numeri cari giudici, i nostri figli hanno nomi e cognomi, vogliamo risposte, vogliamo giustizia per i nostri figli”.