A Storie Italiane si torna a parlare della vicenda del piccolo Evan, ucciso dopo essere stato massacrato di botte lo scorso 17 agosto 2020 a Rosolini, provincia di Siracusa, e per cui in carcere vi sono al momento la mamma e il compagno della madre, quest’ultimo colui che materialmente avrebbe ammazzato il bimbo. La novità è che la difesa del “patrigno” ha chiesto l’infermità mentale per il suo assistito: “La novità – spiega Maurizio Ricordari, inviato del programma di Rai Uno – riguarda la richiesta del pm girata al gip di una perizia psichiatrica per capire se la persona fosse capacità di intendere e di volere al momento dei fatti e se la stessa persona sia imputabile, questo perchè c’è un precedente del 2015 con una sentenza del 2016 in cui la persona viene indicata incapace di intendere e di volere. Sulla base di quelle carte è stata richiesta dal pm una perizia per questa circostanza, ovviamente tale notizia non fa felice i parenti”.
La zia del piccolo Evan, in collegamento: “Sono bocconi amari che si devono prendere, non è accettabile che venga dichiarato incapace di intendere e volere, non parliamo di un attimo di pazzia ma di otto mesi di torture che mio nipote ha dovuto subire”.
MORTE PICCOLO EVAN, ELEONORA DANIELE: “IO NON CI STO!”
Interviene anche Eleonora Daniele: “Non ci può essere l’incapacità di intendere e di volere, hanno massacrato di botte questo bimbo per mesi interi, è finito in ospedale tante volte, non mi dite che questa faccenda si chiude così perchè non ci sto, me ne assumo le responsabilità”. In collegamento anche Anna Vagli, consulente della famiglia del piccolo Evan: “Qui si rischia che nessuno paghi per la morte di Evan: nonostante non sia stato fatto nulla per salvarlo, ora si rischia che sia morto “da solo”. Si vuole dimostrare il disturbo schizofrenico e questo gli consentirebbe di pagare il suo conto con la giustizia. A giorni ci aspettiamo che vengano concessi i domiciliari alla madre di Evan, questa è la direzione che stanno prendendo le indagini”.