Si torna a parlare della tragica vicenda del piccolo Evan negli studi di Storie Italiane, il bimbo massacrato di botte e ucciso il 17 agosto del 2020 a Modica, in provincia di Ragusa. Oggi è iniziato il processo nei confronti della madre (ai domiciliari) e del compagno della stessa (in carcere), colui che avrebbe malmenato fino al decesso il piccolo: “Spero che il giudice faccia la scelta, questo bimbo non me lo ridà più nessuno, io avevo fatto tutto – racconta Stefano il papà di Evan – denunce e richieste, non mi ha ascoltato nessuno. Non è possibile che lei sia stata messa ai domiciliari dopo pochi mesi, mio figlio sta mangiando la terra”.



Anna Vagli, consulente della famiglia di Evan, ha aggiunto: “Incredula che sono solo due gli imputati, sono molti di più i responsabili”. Quindi ha proseguito: “Gli assistenti sociali hanno lasciato in casa un bambino di 21 mesi nonostante quanto successo”. E ancora: “C’erano tre referti ospedalieri, una denuncia aperta il giorno dopo che Evan è morto, forze di polizia rimaste inascoltate, abbiamo un vuoto. L’unico che ha provato a denunciare in quella casa è il bimbo di sei anni (l’altro figlio ndr). Letizia (la madre di Evan ndr), dice di essere schiava del compagno ma ha preferito lasciare che il bimbo venisse massacrato. Evan è morto per una polmonite causata dalla botte”.



MORTE PICCOLO EVAN, IL PADRE: “NESSUNO HA FATTO NIENTE MA LO SAPEVANO”

Eleonora Daniele, la conduttrice, si dice basita: “Non si può lasciarlo in casa dell’orco, lasciarlo morire, dopo tre referti ospedalieri. Qui siamo in una giungla. Non si rispedisce a casa un bimbo col femore morto, qui è nata la non difesa di questo bambino. Questi protocolli non vanno bene, ha la coscienza sporca dalla morte del bambino per tutta la vita”.

Il papà di Evan ha poi ripreso la parola: “Ha fatto tre ingressi in ospedale in un mese, nessuno ha fatto niente, sapevano chi fosse il padre”. Di nuovo Anna Vagli: “C’è il Codice Rosso ma quando si deve applicarlo di concreto non si applica, ci si riempie la bocca di belle parole ma…”. Il padre del piccolo Evan ha poi spiegato: “Ho saputo che lo lanciavano come una palla, che lo prendevano a pugni in faccia, e che hanno tentato di soffocarlo con un cuscino, e lui era piccolissimo”. Storie Italiane ha intervistato anche la zia del bimbo, Jessica, e l’avvocato, al termine dell’udienza del processo: “Ho visto la mamma di Evan, occhi bassi, cerca di essere la vittima quando non è così”. Così l’avvocato: “E’ stata fatta la richiesta psichiatrica per la madre e il compagno che era già stata rigettata. Rinviata l’udienza a venerdì prossimo perchè la corte deve decidere su queste richieste”.