A Storie Italiane si torna a parlare della vicenda di Sara Scimmi, la ragazza morta in provincia di Firenze, a settembre del 2018, e che secondo la famiglia potrebbe essere stata uccisa o comunque investita mentre scappava. Oggi il programma di Rai Uno ha intervistato in collegamento la sorella di Sara Scimmi, Giulia: “Qualcuno l’ha portata in macchina dove è morta, la stessa auto che passa pochi secondi prima del camion nella direzione opposta, è stato periziato. Quell’auto appartiene a qualcuno? Si tratta di un’auto di colore grigio”. Sara Scimmi era in discoteca prima di morire con un ragazzo “Che aveva un’auto che aveva quei connotati – ha spiegato ancora Giulia Scimmi – grigio metallizzata e apparteneva al gruppo Volkswagen”.
E ancora: “Non gli è interessato delle contraddizioni emerse, del dna scoperto sotto le unghie, sembra che noi siamo visionari, ci sono elementi indiziari mai analizzati, non si capisce perchè non è stato effettuato un lavoro minimo”. Mamma Clementina ha aggiunto: “Anche gli orari non combaciano, nessuno l’ha vista sulla strada, e poi per compiere quel tragitto a piedi avrebbe dovuto correre all’impazzata. Le scarpe, la zip abbassata… significa che qualcuno ci ha provato”.
MORTE SARA SCIMMI: “LA VIDEOCAMERA NON LA RIPRENDE”
E ancora: “Una macchina è passata, ha visto una ragazza che chiedeva aiuto, e se ne sono andati via dicendo che erano impauriti, ma perchè non hanno chiamato qualcuno? Bastava che si fermavano ad aiutarlo”. Il papà aggiunge: “Ci sono dei video importanti fra le due e le tre, al centro del paese, che non sono stati presi in considerazione, è un dubbio che ho dall’inizio”. L’avvocato della famiglia aggiunge: “A Sara mancava il tempo materiale per recarsi in discoteca a piedi e il tragitto è attenzionato da una videocamera di un’area di servizio che non registra il passaggio di Sara a piedi, indipendentemente dal discorso dei minuti. E’ evidente che Sara era all’interno di quell’auto. E’ importante anche capire cosa sia successo dentro la discoteca, un locale pieno di ragazzi. C’è ad esempio una ragazza che ha visto Sara piange, agitata, dopo una telefonata”.