Continua ad essere un mistero la morte di Stefania Rota, la donna di Mapello che è stata trovata senza vita nella sua abitazione in provincia di Bergamo, e al momento si brancola nel buio. Storie Italiane ha intervistato una donna che conosceva Stefania Rota: “Lei era un po’ particolare, era molto riservata – ha detto – non pensavo potesse fare una fine così. Non è il tipo che andava con qualcuno, non andava insieme a nessuno, non si fidava di nessuno. Aveva un uomo? Si quello sì, ma io son 4 mesi che non la vedo più, non so chi sia perchè lei non si fidava di nessuno, se si avvicinava qualcuno a parlarle lei se ne andava, era molto schiva. Per me l’hanno incastrata, non ci siamo accorti che mancava perchè io faccio la badante e lei mi ha detto che avrebbe voluto andare a Genova anche se non le piaceva andare via da qui”.
“Lei non si allontanava – ha continuato l’amica di Stefania Rota – andava a prendere il pane, in farmacia e andare dal tabaccio, è per quello che sono meravigliata, non aveva nessun giro lei. Era molto brava”. Uno dei misteri legati al caso di Stefania Rota è il fatto che sia scomparso il cellulare e a riguardo il giornalista Giovanni Terzi, in studio a Storie Italiane, ha ammesso: “Hanno portato via il telefonino perchè magari dentro non ci sono centinaia di migliaia di conversazioni, visto che non era una persona molto sociale, quindi poche ma mirate e quello che si trova dentro penso sia importante”.
STEFANIA ROTA, IL COMMENTO DI ALESSI
Sul caso infine il parere di Roberto Alessi: “Le telecamere in zona potrebbero cancellare la memoria in automatico mentre ci sono i tabulati telefonici anche se non si trova il telefonino. L’autipsia sembra che dice che la persona sia morta da poco più di un mese, mentre allo stesso tempo viene sottolineato che le luci sono state viste accese fino al 3 marzo, è impensabile che le ha accese qualcuno per far credere che la Rota fosse stata in casa. Una storia molto intricata che però a questo punto fa pensare che la signora abbia dato la macchina in uso a qualcuno, qualcosa non torna”. Eleonora Daneiel non crede però a quest’ultima opzione: “Io penso che qualcuno abbia usato l’auto per far credere che fosse ancora viva”.