A Storie Italiane si torna a parlare del caso della morte dei poveri Viviana e Gioiele in quel di Caronia. I due cadaveri sono stati ritrovati a distanza durante la scorsa estate, e al momento non è ancora ben chiaro cosa sia successo. In studio nel programma di Rai Uno vi è Antonio Cozza, l’avvocato della famiglia delle due vittime, che ha spiegato: “Non ci sono i segni sulle scarpe di Viviana, soprattutto su quella rinvenuta vicina al cadavere; si sta cercando di capire come ci sia arrivata in quel punto, se c’è stato qualche fattore esterno, magari nei giorni successivi alla morte, ed è un elemento da considerare. Per il traliccio (quello da cui Viviana si sarebbe suicidata ndr) abbiamo presentato istanza per analizzarlo meglio; col luminol non poteva darci risultati certi. Sul traliccio ci sono impronte ma non sapremo mai di chi siano perchè è passato troppo tempo, questo accertamento andava fatto subito”.



MORTE VIVIANA E GIOELE, L’AVVOCATO: “IL BIMBO CAMMINAVA, VE LO DICO CON CERTEZZA”

L’avvocato di Viviana e Gioele aggiunge: “Tutti questi ritardi stanno incidendo in modo fortissimo sulle indagini e la nostra paura e timore è che non arriveremo mai a trovare la verità se non spunta qualcuno…”. Sul piccolo Gioiele: “Il cadavere del bambino ci dirà poco o nulla. Attendiamo gli esami tossicologici su Viviana, anche se escludiamo in maniera categorica l’assunzione di farmaci o altri, e soprattutto attendiamo l’autopsia perchè non sappiamo ancora le cause effettive di morte di Viviana, ci sono segni alle caviglie che vanno analizzati, dobbiamo arrivare ad una conclusione definitiva per capire cosa sia successo quel maledetto 3 agosto non l’avremo mai. Ve lo dico con estrema certezza – ha proseguito l’avvocato Antonio Cozza – che il bambino camminava, era in piedi, come dichiarato dai testimoni, soprattutto dalla coppia di ragazzi siciliani. La famiglia brianzola che ha visto Viviana e Gioele ha cercato di inseguire e di cercare Viviana, penso che sia stato un tentativo blando, ma comunque dobbiamo pensare che c’erano 43 gradi. Bisognava comunque aspettare l’arrivo della polizia stradale perchè solo loro sapevano il punto esatto dove Viviana si era allontanata”.

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