Il numero di morti da coronavirus potrebbe essere sottostimato in diverse aree d’Italia. Ad alimentare una teoria molto diffusa in queste settimane è adesso uno studio scientifico dell’ospedale universitario della Charité di Berlino pubblicato sul British Medical Journal. Come riportato dall’Agi, tra i casi presi in esame dagli studiosi tedeschi emblematico è quello di Nembro, comune tristemente noto insieme ad Alzano per i ritardi nell’istituzione della zona rossa in Val Seriana senza i quali il bilancio dell’epidemia sarebbe stato certamente meno tragico. Nelle loro conclusioni, gli scienziati hanno osservato che nel comune in provincia di Bergamo nel marzo 2020 si sono verificati molti più decessi rispetto al 2019 e ad ogni singolo anno dal 2012. Soltanto la metà dei decessi, però, è stata registrata come morte confermata per Covid-19.
“MORTI CORONAVIRUS IN ITALIA SOTTOSTIMATI”: STUDIO, IL CASO NEMBRO
Dall’ospedale universitario della Charité di Berlino, come sottolineato dall’AGI, sono convinti che contare le morti per tutte le cause porterebbe a un quadro più completo degli effetti della pandemia sulla salute della popolazione. “I tassi di mortalità sono sicuramente elevati, ma i dati reali potrebbero essere ancora più alti se si considerassero le altre cause di mortalità”, dicono i tedeschi, che hanno esaminato i dati relativi alla mortalità mensile da gennaio 2012 ad aprile 2020 degli abitanti di Nembro, paese che ha una popolazione relativamente stabile di circa 11.500 unità. Gli esperti a tal proposito hanno spiegato: “Tra gennaio 2012 e febbraio 2020 si sono verificati in media 10 decessi ogni mille persone, con un massimo di 21,5 morti per mille persone in alcuni mesi. Nel marzo 2020, la mortalità mensile per tutte le cause ha raggiunto un picco di 154,4 ogni mille persone”. I ricercatori dichiarano: “Il nostro è uno studio descrittivo, non vogliamo stabilire relazioni causali e sappiamo che alcuni dati potrebbero essere provvisori, ma i nostri risultati sono compatibili con altri studi più ampi svolti su centinaia di città italiane, dove il tasso di mortalità è salito notevolmente durante la pandemia da Covid-19. La carenza di test e autopsie per confermare la causa dei decessi e l’insorgere di complicazioni dovute al coronavirus potrebbero aver portato a una sottovalutazione del reale numero di decessi”. Gli studiosi concludono: “I nostri risultati suggeriscono che le piene implicazioni dell’attuale epidemia possono essere completamente comprese solo se si tiene conto anche della mortalità dovuta a cause diverse dal Covid-19, considerando lo storico dell’area geografica di interesse”.