Il virologo Roberto Burioni e l’infettivologo Matteo Bassetti chiedono chiarimenti sull’uso di antibiotici e una commissione d’inchiesta medica per verificare il numero di morti per Covid degli ultimi mesi. Dopo la denuncia social del professore Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, anche il direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova si unisce alla richiesta di dati precisi. «Vorrei anche io dei dati precisi. Per questo sarei favorevole a una commissione di inchiesta medica per accertare quanti dei decessi degli ultimi tempi sono avvenuti per il Covid e quanti invece siano di persone, positive al tampone, ma decedute per tutt’altra causa», ha dichiarato all’Agi.



Il numero dei morti, tenendo conto del bollettino quotidiano, continua ad essere alto, infatti la curva si mostra costante. «Io lo dico da tempo: o contiamo male i decessi, e secondo me è la spiegazione più probabile, perché se entri con il Covid, anche quando muori, resti in quel calderone, oppure, ipotesi per me meno probabile, vengono curati male: non vengono dati gli antivirali quando ce ne è bisogno, vengono dati troppi antibiotici». Bassetti va l’esempio della Sicilia, dove il 3% è in ospedale per Covid, il resto è semplicemente risultato positivo, ma ricoverato per altri motivi.



RICCIARDI FAVOREVOLE A INDAGINE SU MORTI COVID

«La forbice anche nei dati della Fiaso è ampissima: siamo a 80% “con Covid” e solo il 20% con polmonite o altri sintomi». Matteo Bassetti ha anche sollevato la questione delle schede di morte: «Io so chi è che le compila: sulle cause accessorie c’è quasi sempre anche il Covid». Quel che bisogna fare è guardare alla mortalità in eccesso e «analizzare le cartelle cliniche», evidenziando che lo «si fa normalmente in tutti gli studi clinici». Pertanto, Bassetti ritiene che «davanti a una situazione del genere varrebbe la pena farlo».



Walter Ricciardi si dice favorevole: «Sì è vero, da noi si muore di più di Covid e bisogna approfondire i motivi: sarei favorevole ad una indagine. Bisogna analizzare vari aspetti e non è possibile, al momento, dare una risposta certa», ha dichiarato il consigliere del ministro della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma. Infine, l’epidemiologo Carlo La Vecchia dell’Università di Milano, pur rimarcando che i morti Covid sanno comunque scendendo, riconosce che sia «possibile che tra questi circa la metà siano collegati al Covid. Dobbiamo considerare che le terapie intensive sono più vuote di un tempo. Le polmoniti evidentemente non ci sono più. I decessi sono fragili, in larga parte anziani colpiti da altre patologie».