Non è certo il primo esperto scienziato che si pone più di qualche dubbio in merito ai numeri ufficiali raccolti fin qui nell’emergenza Covid-19: per Stefano Dumontet, ordinario all’università Parthenope di Napoli, il virus Sars-CoV-2 non spiega ancora a oggi tutti i 100.526 decessi in più nel 2020, come del resto perché nel più duro anno dell’emergenza Covid sono morti in totale meno giovani rispetto all’anno precedente, 2019.
Dopo la polemica sul numero effettivo di morti positivi al Covid-19 in Italia, “La Verità” con l’intervista allo scienziato di Napoli prova a riflettere sui numeri generali di quest’intera pandemia, presto riassunti in un paper composto con altri colleghi di Università sparse in tutta Italia. «La distribuzione dei morti del 2020 non è omogenea», racconta il professor Dumontet: la maggior parte viene dal Nord, in particolare dalla Lombardia, mentre su Centro e Sud non si ravvisa alcun picco nel 2020. «Perché in Lombardia su 100 contagiati tra marzo e aprile, i mesi più duri, morivano 5 e in Campania solo 1?», si chiede giustamente il cronista Francesco Borgonovo, lanciando la domanda allo scienziato che raccoglie da mesi dati per confrontare le varie situazioni. Di quei 100.526 morti in più, «solo 55.576 sono riconducibili al Sars-CoV-2, almeno 30mila decessi non trovano una spiegazione».
MORTI PER COVID, IL MISTERO CONTINUA
Dumontet non arriva a dire che il Covid uccide meno di quanto si dica, ma invita tutti a riflettere sui dati e non giungere a conclusioni affrettate – dall’una e dall’altra parte della “contesa”: esattamente come dire che nel 2021 le morti sono diminuite solo grazie ai vaccini (che hanno avuto un’indubbia conseguenza positiva in merito, non va mai dimenticato), «i demografi insegnano che un anno ad alta mortalità segue un anno con bassa mortalità […] riferito alla scomparsa delle fasce di età più avanzate che non possono evidentemente morire due volte». Secondo Dumontet, il Covid non si è diffuso come altre malattie infettive: ad esempio, in Lombardia sono morte più persone del resto d’Italia nei mesi durissimi del 2020, ma in confronto con altre Regioni come la Campania sono morte meno persone giovani. Da qui la stranezza mostrata in numeri, grafici e analisi: «nel pieno di una crisi, la mortalità generale dovrebbe aumentare qualsiasi sia la fascia d’età considerata. E invece qui diminuisce».