Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, torna ad occuparsi della vicenda della Rsa di Trapani, dove otto anziani sono morti a causa del covid. Secondo i dipendenti della stessa azienda, la colpa sarebbe in qualche modo della responsabile della stessa struttura, ma questi rimanda al mittente ogni accusa, sottolineando più volte di aver agito secondo la legge. La signora Vincenza, nipote di una vittima, è stata intervistata in collegamento con il programma del primo canale. La donna, che ha presentato regolare denuncia, ha spiegato: “Mi informano che dei collaboratori risultano positivi, chiedo se anche mia nonna fosse positiva e mi dicono che ancora non le era stato fatto il tampone. 48 ore dopo nessun test, poi il giorno dopo fanno i tamponi, vengo contattata dall’assistente sociale che mi dice che mia nonna era negativa e mi viene detto di portarla a casa, ma io ero al settimo mese di gravidanza e le dico che non potevo. Dopo mezz’ora vengo contattata ancora, mi dicono che mia nonna era positiva, due giorni dopo mia nonna muore”.



In collegamento anche Manola, dipendente della Rsa in questione: “Le accuse ben precise sono quelle di non aver gestito bene la situazione da quando si è saputo della positività della prima collega fino a quando abbiamo fatto il tampone. Il giorno della positività è stato il 14 ottobre noi abbiamo fatto il tampone sotto insistenza nostra il 19. Non abbiamo denunciato subito perchè non è facile vivere queste situazioni, poi quando si razionalizza il tutto riesci ad andare realmente avanti, ma non è facile la realtà che viviamo noi”. Il figlio di un’altra vittima aggiunge: “Mia mamma era negativa ma dalla struttura mi dicono che stavano aspettando come procedere alla separazione fra le persone negative e quelle positive. Mia mamma era con due persone e aveva a fianco una signora morta poi di covid, erano una a fianco dell’altra, era insieme ai positivi, anche nei momenti liberi, non vi erano distanziamenti”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MORTI COVID IN RSA TRAPANI, RESPONSABILE: “RESPINGO OGNI ACCUSA, SEGUITE INDICAZIONI”

A Storie Italiane si torna a parlare del caso della Rsa di Trapani dove otto anziani sono morti di covid, forse sottovalutando le misure anti-covid. Al momento vi è un’indagine in corso e secondo gli operatori che lavorano nella residenza per anziani, non si sarebbe agito tempestivamente: “Non vorrei che passi il messaggio che noi abbiamo lavorato una settimana positivi nella struttura, non è così – racconta in diretta tv un dipendente – noi facevamo soltanto casa-lavoro, non andavamo in giro. La cosa fondamentale sono le date: al 14 quando la collega è risultata positiva, non ci viene comunicato, noi lo sappiamo il 17 tramite l’ufficio prevenzione. Il 18 dovevano venire a farci tampone ma non avviene, e noi facciamo il tampone il 19 su richiesta mia e dei colleghi”. “Non ci siamo messi in isolamento – ha proseguito – perchè ci è stato detto di continuare a lavorare. Io sono risultato negativo con un altro collega mentre gli altri colleghi erano positivi e sono andati tutti in isolamento”. Giannina, altra operatrice della Rsa: “Ho continuato a lavorare per altri due giorni, e mi hanno spedito anche un messaggio in cui mi si chiedeva che dovevo andare a casa e che non potevo farmi trovare nella struttura per i controlli”.



MORTI COVID IN RSA TRAPANI: SCAMBIO DI ACCUSE FRA RESPONSABILE E DIPENDENTI

La responsabile della Rsa di Trapani respinge al mittente ogni accusa: “Respingo con fermezza ogni accusa – le parole mandate in onda venerdì scorso da Storie Italiane – ho seguito le indicazioni del dipartimento e ho sempre fornito i dispositivi di protezione individuale, sono in possesso di prove che produrrò alle autorità giudiziarie. Il significato dei messaggi è stato travisato, volevo invitare i soggetti positivi a stare in quarantena lontano dalla struttura per evitare ulteriori contagi. Non mi sento responsabile delle condotte a me addebitate e lo dimostrerò”. Manola, altra operatrice, ha replicato: “Non è vero, noi compravamo i dispositivi di sicurezza, con i nostri soldi, non è vero quello che viene detto, lo nego e lo negherò per sempre”.