Resta alto il numero dei decessi giornalieri in Italia. Una “coda” che secondo l’Istituto superiore di sanità si sarebbe esaurita dopo il calo dei contagi. Ma questo calo si è fermato, di conseguenza non abbiamo assistito ad un miglioramento in merito ai dati sui morti Covid in Italia. A spiegarlo è il professor Roberto Battiston, dell’Università di Trento, intervenuto a Sky Tg24: «Se noi assistessimo ad una riduzione complessiva del numero di infetti attivi, potremmo anticipare il calo di decessi. Ma siccome ora, da una settimana-10 giorni, la curva degli infetti attivi si è fermata nel suo calo, questo vuol dire che la coda dei morti non potrà che continuare». Di conseguenza, ci ritroviamo in una situazione in cui il calo di morti Covid a cui ci eravamo abituati fino alla prima metà di dicembre si è fermato. Per il fisico la causa potrebbe essere anche “politica”, sebbene non lo dica esplicitamente. «Oggi vediamo una situazione vanificata probabilmente in tutto o in parte dalle due settimane che hanno anticipato il Natale».



BATTISTON “NON ESPONIAMOCI A TERZA ONDATA”

Il riferimento è agli allentamenti che ci sono stati prima delle festività di Natale, con le polemiche scoppiate anche attorno al Cashback. «Questo ha delle conseguenze sul tasso dei decessi, che probabilmente si manterrà tale nelle prossime settimane», ha aggiunto il professor Roberto Battiston a Sky Tg24. Interessante anche la sua analisi per quanto riguarda il caso della variante inglese: «In Gran Bretagna sta dominando e sta determinando la velocità di contagio. Se veramente, come si è detto, ha il 70% in più di capacità di contagio, aumenta l’indice Rt». Secondo i calcoli del fisico, «dovrebbe essere a 1,7, quindi un numero altissimo», considerando anche quello della variante precedente. Bisogna allora fare in modo che non si diffonda in Italia, altrimenti ci ritroveremmo a parlare di un andamento simile dell’epidemia. «I numeri su cui siamo assestati rischierebbero di crescere nel giro di poche settimane o più rapidamente, ritrovandoci nella condizione di fine ottobre», ha aggiunto Battiston. Forse anche peggiore, se ci esponessimo ad una terza ondata. «Rispetto a settembre, ora stiamo peggio. Il numero degli infetti attivi è dieci volte più alto».

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