I numeri dei morti Covid in Italia sarebbero stato “gonfiati” dall’antibiotico-resistenza. L’ipotesi è emersa da una nuova inchiesta di Report, realizzata da Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini e in onda questa sera su Rai 3. I due giornalisti sono partiti nella loro analisi da uno studio dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Su 157 pazienti morti di Covid nei primi 14 mesi della pandemia, l’88% aveva contrato altre infezioni dopo il ricovero, anche batteri particolarmente resistenti agli antibiotici e per questo capaci di uccidere. Il programma condotto da Sigfrido Ranucci ha intervistato Claudio D’Amario, ex direttore della Prevenzione del ministero della Salute, secondo cui il 40% dei morti attribuiti al Covid “non hanno niente a che fare col Covid“.
Anche Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia del farmaco (Aifa), ammette che tali infezioni rappresentano “un elemento aggiuntivo in pazienti già molto critici“. Viene citato anche l’ex carabiniere Pasquale Letizia, morto nell’ottobre 2020 a 77 anni con otto sovrainfezioni prese in un ospedale veneto quando sembrava stesse superando il Covid per il quale era stato ricoverato. Pertanto, alla mortalità da Covid in Italia avrebbero contribuito le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, contratte dai malati negli ospedali nei mesi più drammatici del 2020 e del 2021.
COVID E ANTIBIOTICO-RESISTENZA: LA “PANDEMIA SILENZIOSA”
Il condizionale è d’obbligo, perché sarà difficile ad arrivare ad una verità esaustiva, anche perché le autopsie non sono state fatte e le analisi dell’Istituto superiore di sanità (Iss) su migliaia di cartelle cliniche dicono che il virus è stato almeno concausa di morte in circa il 90% dei morti conteggiati nei dati Covid fino alla fine del 2021. Il protocollo, comunque, prevede che il decesso sia registrato come Covid quando il virus è indicato anche come causa secondaria in pazienti con quadro clinico di malattia da Covid. Evelina Tacconelli, che dirige le Malattie infettive a Verona, a Report ha spiegato che per impedire ai batteri di circolare negli ospedali i medici avrebbero dovuto cambiare tuta ad ogni paziente, ma nella fase emergenziale non era sempre possibile. L’antibiotico-resistenza, comunque, rischia di diventare la nuova emergenza italiana. Ma Beatrice Lorenzin, quando era ministro della Salute, aveva redatto un Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (Pncar) che prevedeva molteplici misure, come prescrizione più appropriata, diagnostica, monitoraggio e igiene clinica. Purtroppo è rimasto in un cassetto, come il Piano pandemico nel 2020.