Durante la puntata di ieri del programma di Rete 4, Fuori dal Coro, si è tornati a parlare delle morti nel calcio, forse legate ai farmaci che gli stessi calciatori assumevano in particolare negli anni ’70, ’80 e ’90. Diversi purtroppo gli episodi drammatici registrati, come ad esempio quello di Bruno Beatrice, ex calciatore della Fiorentina scomparso nel 1987 a 39 anni a causa di una leucemia: “Bruno è morto sputando sangue – le parole della moglie Alessandra a Fuori dal Coro – una vita non da mediano, da cane”. Il figlio aggiunge: “Mi hanno ucciso il babbo, voglio giustizia. Gli era venuta questa pubalgia ma serviva Beatrice e Beatrice doveva scendere in campo. Beatrice era il calciatore della società.Fu curato con un trattamento scellerato, da pazzi, inconscenti, assassini, fu curato con dei raggi X. Il colpevole di mio papà? Chi usa i medicinali per distruggere un essere umano, lui era un numero per loro”.



La moglie ha ripreso la parola: “La leucemia è uscita quasi dieci anni dopo, ha cominciato a sentirsi male una notte d’estate, grandissimi dolori. Dopo due anni esatti è morto”. Numerosi i calciatori che si sono ammalati nella Fiorentina di quegli anni: “Molti, con troppi punti interrogativi”, aggiunge ancora il figlio di Bruno Beatrice. Lambergo Boranga, ex portiere Cesena oggi medico sportivo: “Abusi di farmaci? Chi voleva li prendeva, ci fidavamo del medico. Cosa prendevamo? Il Micoren poi gli antinfiammatori, c’era chi ne prendeva uno, due, tre o quattro. Quando la squadra non andava bene ci davano qualcosa per migliorare le prestazioni. Io ho preso, avevo 18 o 19 anni, sostanze che aumentavano la concentrazione”.



MORTI NEL CALCIO, DA BRAMBATI A GARATTINI: I SOSPETTI

Lamberto Garpelli è uno scrittore che ha dedicato alla questione un libro, raccogliendo testimonianze sull’abuso di sostanze nel calcio: “Andavano a fare queste infiltrazioni, delle flebo. Parliamo di soggetti sani a cui venivano dati dei farmaci come la creatina che ha effetti anabolizzanti che nel tempo può provocare malattie. C’è troppo interesse economico, ci vuole un’analisi approfondit ma non si è mai voluto farlo”.

Massimo Brambati, ex difensore del Torino, aggiunge: “Ci davano il Micoren, una pastiglia rossa che aiutava nella respirazione, la prendevamo tutte le domeniche prima della partita come una caramella. Ma anche il flebo di un qualcosa che ancora oggi non so di che sostanza si trattava. Mi bastava la parola del medico che mi diceva che avrei rotto il fiato subito. Correlazione fra farmaci e morti? Non ho ancora trovato un medico che mi neghi il contrario. Abbiamo preso troppa roba che di lì a pochi anni è diventata proibita e doping”. L’istituto Mario Negri ha condotto uno studio sui numerosi casi di Sla fra ex calciatori: “Fra i giocatori troviamo un aumento di due volte la SLA, malattia rara che conduce alla morte”, dice Silvio Garattini, che aggiunge: “Non abbiamo avuto grandi collaborazioni da parte delle autorità sportive e per questo studio abbiamo dovuto usare le figurine Panini”.