SLA e tumori nel mondo del calcio

Stefano Turchi, ex giocatore dell’Ancona, oggi malato di SLA, ha raccontato: “Pur di giocare, se il dottore ti diceva di fare una puntura in più, si faceva. Non pensi che vent’anni dopo tu possa stare così”. Il suo punto di forza era la corsa, prima dell’avvento della malattia: “Ho cominciato ad avere i primi sintomi sulla gamba sinistra, inciampavo. Mi hanno diagnosticato la SLA. Ora viviamo alla giornata. Le gambe sono più deboli, così come l’apparato respiratorio e il parlare”. L’ex calciatore ha rivelato: “Proponevano punture, flebo… A 18 anni mi chiamano in Serie B, arrivo lì e il dottore mi fa trovare una flebo. Non può pensare un ragazzo di quell’età che il dottore e la società ti diano cose che ti fanno male. Ho avuto un compagno di squadra che è morto di SLA, come anche Borgonovo, Signorini… Eravamo tutti in quel mondo, secondo me una correlazione c’è”.



Una testimonianza è arrivata anche da Massimo Brambati, ex difensore: “Abbiamo preso troppa roba, roba che da lì a pochi anni è diventata assolutamente proibita ed è diventata doping”. Anche Batistuta, negli anni scorsi, aveva denunciato: “Mi davano pasticche, mi facevano cure. Quando sei giovani non ti chiedi gli effetti che abbiano queste cose sul tuo corpo”. Adriano Chiò, responsabile del centro SLA dell’Università di Torino, ha spiegato che il rischio di SLA è più alto di sei volte negli ex calciatori rispetto alla popolazione generale.



Bruno Beatrice, il figlio: “Mi hanno ucciso il babbo”

Alessandro, figlio di Bruno Beatrice, morto nel 1987, ha raccontato a Fuori dal Coro che il padre “Fu curato con un trattamento scelerato, da pazzi, da assassini, con i raggi X”. Per curare una forte pubalgia, infatti, il giocatore fu sottoposto ad una massiccia radioterapia a base di raggi X. A trentanove anni morì per una leucemia, tanto che Alessandro ha esordito dicendo: “M’hanno ucciso il babbo”. Ospite in studio, il figlio dell’ex Fiorentina, ha raccontato: “Nessuno ha pagato. Non sapevamo cosa facesse mio padre in quella stanza dei raggi. Prendevano medicine come il Micoren: andate a leggere cosa è e cosa provoca, guardate che malattie possono nascere. Nasce anche la SLA, il Parkinson… Davano Micoren, le flebo. I giocatori si fidavano, non sapevano cosa venisse realmente iniettato”.



Il figlio del centrocampista della Fiorentina, ancora, ha proseguito: “Siamo ancora in alto mare ma dovremmo già essere al molo. L’omertà c’è e ci sarà sempre ma ringraziando qualcuno che ha le pal*e, tutti iniziano a porsi una domanda. Perché non parlano? Iniziare un percorso per chiedere giustizia ha delle cifre enormi”.