I numeri delle morti sul lavoro in Italia sono alquanto preoccupanti. Secondo il report diffuso negli scorsi giorni dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, nel 2023 le morti bianche sono state più di 1.000, precisamente 1.041 e anche se sono diminuiti gli infortuni in itinere sono cresciute le vittime. Un dato che rischia di essere superato nel 2024, alla luce anche dei recenti 3 decessi avvenuti in provincia di Bologna dopo l’esplosione della centrale elettrica di Subiana.



Le regioni d’Italia dove si muore di più, con una incidenza superiore al 25 per cento rispetto alla media nazionale sono precisamente Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Calabria. Seguono Sicilia ed Emilia Romagna. E infine Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto, Sardegna, Lombardia, Liguria e Trentino Alto Adige. Queste sono invece le regioni più sicure: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta. L’Osservatorio Sicurezza Vega ha anche realizzato una sorta di identikit dei lavoratori più a rischio, a cominciare dalla fascia di età compresa fra il 15 e i 24 anni, che ha un rischio maggior rispetto ai 25-34enni, leggasi 27,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 16,2.



MORTI SUL LAVORO, LA FASCIA PIU’ A RISCHIO

L’incidenza più elevata risulta comunque essere quella dei lavoratori over 65, ben 138,3, seguita poi dai lavoratori 55-64enni con il 60,7. In crescita anche gli stranieri deceduti nel corso del 2023, ben 155, con un rischio di morte che risulta essere superiore del doppio rispetto a quello degli italiani: 65,3 morti ogni milione di occupati contro i 31,1 per gli italiani. Delle 1.041 vittime dell’anno scorso, 77 si sono verificate sul lavoro mentre 242 in itinere.

La Lombardia ha la maglia nera per il numero di decessi, ben 133, seguita da Campania con 75, Veneto con 72, quindi Emilia Romagna a 70 e poi Puglia a 62. A completare la “top 10” troviamo Piemonte, Lazio, Sicilia, Toscana e Abruzzo, con la Valle d’Aosta in fondo al gruppo con un solo decesso nel 2023. E’ il settore delle costruzioni quello dove si muore di più, ben 150 incidenti mortali, seguito da trasporti e magazzinaggio a quota 109, quindi attività manifatturiere a 101, poi commercio a 64. Infine, per quanto riguarda le denunce, sono praticamente calate della metà, da 84.327 a 41.171.



MORTI SUL LAVORO, L’INTERVENTO DI DIAMANTI DELL’ANMIL

Sulla questione dei morti sul lavoro si è espresso ieri ad Un’ora, su Rai News 24, anche Giuseppe Diamanti, Consigliere Nazionale ANMIL, che ha spiegato: “Sono anni che noi lottiamo per portare alla ribalta dell’opinione pubblica che tutti i giorni in Italia muoiono 3 lavoratori, è un dato che è rimasto fermo, dati impressionanti, su cui ci stiamo lavorando, ci frequentiamo continuamente, l’ANMIL è aperta ad entrare in tutte le trattative dove possiamo portare il nostro apporto”.

E ancora: “I dati del 2024 ci abbattono: nel 2023, nei primi due mesi, ci sono stati 87 morti, nel duemila24 i morti sono 105, + 20,6%, stiamo andando con dei numeri ancora più alti e questo porterà a fine anno dei numeri notevoli. Sono dati evidenti a tutti, il problema principale è che ci dimentichiamo spesso. Il 10 aprile ci sono state 140 vittime della Moby Prince, la nostra memoria è molto corta, credo che da parte di tutti ci deve essere un cambiamento di come è affrontare il mondo del lavoro in Italia e Anmil in questi ultimi anni è cambiata, siamo un’associazione che la mattina sono usciti dal lavoro e non siamo più entrati perchè hanno perso l’incolumità fisica”.