E’ allarme morti sul lavoro: 641 mila infortuni solo nel 2018, dati preoccupanti che spingono a una necessaria riflessione. Domani, domenica 28 aprile 2019, sarà la giornata mondiale della sicurezza sul lavoro e i numeri più alti chiamano in causa il sud Italia. Ogni mille infortuni, 1,8 hanno comportato la morte del lavoratore, con il crollo del Ponte Morandi che ha contribuito in maniera sensibile all’aumento di decessi sul lavoro. I morti sono in totale 1.133, il 10 per cento in più rispetto al 2017 e, come dicevamo, nel Mezzogiorno c’è un’incidenza superiore, soprattutto per quanto riguarda il numero di decessi rispetto agli infortuni denunciati. E si chiede un tavolo di confronto urgente per affrontare i problemi, ecco le parole del segretario generale Uiltec Paolo Pirani: «E’ intollerabile che in Italia ci siano più di mille morti sul lavoro ogni anno.Con questo cicloviaggio lungo tutta la penisola vogliamo testimoniare che questo eccidio si combatte con la cultura della sicurezza e prevenzione condivisa da imprese e sindacato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



TARANTO MAGLIA NERA PER I TUMORI

Non possono non risuonare come un allarme i dati sui morti sul lavoro elaborati dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro su base Inail che hanno indicato nella provincia di Taranto “la maglia nera per il numero assoluto di malattie cancerogene imputabili all’attività lavorativa”. La patria dell’Ilva precede Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. Gli esperti spiegano:”Nel tarantino il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico: quota che supera l’80% nelle province di Genova (83%), Venezia (87%), Brescia (85%) e Gorizia (93%)”. La distinzione è sostanziale: Taranto è al quattordicesimo posto per tasso di malattie professionali tumorali ma la provincia è in testa per numero assoluto di malattie professionali di tipo tumorale: 164 nel solo 2018, seguita da Torino (152), Napoli (106) e Milano (97). L’unica nota leggermente più incoraggiante, come riportato da La Repubblica, è quella secondo cui negli ultimi cinque anni, sia a Taranto che a livello nazionale, il numero di tumori denunciati come malattie professionale è in calo: nel 2014 erano 218 a Taranto e 275 a Torino. L’aggregato italiano parla di un -19 per cento dal 2014 all’anno scorso. (agg. di Dario D’Angelo)



CROTONE, RECORD DI INCIDENTI MORTALI

Spetta a Crotone il triste primato di provincia leader nella triste classifica di morti per incidenti sul lavoro. Lo dicono i dati elaborati dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro su base Inail alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi del lavoro voluta dall’Ilo. Secondo questi numeri, nell’ultimo biennio, il 2017-2018, “il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9‰) e Campobasso (4,7‰)”. Si configura dunque una vera e propria emergenza nel Mezzogiorno per quanto concerne l’incidenza di infortuni sul lavoro dall’esito mortale “probabilmente”, secondo gli esperti, “per la scarsa attenzione alle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e per la maggiore concentrazione delle occasioni di lavoro nei settori a rischio (agricoltura e costruzioni)”. La maglia rosa della sicurezza spetta invece a Biella, dove negli ultimi due anni non si sono registrati incidenti mortali.



MORTI SUL LAVORO, AL NORD RECORD TUMORI

Ma oltre a quella dei morti sul lavoro c’è un’altra statistica inquietante che potremmo sintetizzare con l’espressione “morti per il lavoro”. Le province che si caratterizzano per l’incidenza dei tumori sul totale delle malattie professionali sono 9, di cui sette collocate al Nord Italia. Qui il confronto con il Meridione si ribalta drasticamente rispetto ai dati sugli incidenti mortali. Come riportato da la Repubblica, nel 70% dei casi l’origine dei casi è da addebitare all’amianto. Nel 2018, anno preso in esame dall’Osservatorio, la provincia di Gorizia è in cima a quelle con maggior tasso di malattie professionali tumorali (22,5%), seguita dalle province di Torino (18,5%), Novara e Milano (18,4%). In questo senso gli esperti spiegano: “A causare patologie cancerogene nei lavoratori sono soprattutto le fibre di amianto (oltre il 70% dei casi), in particolare nell’industria metalmeccanica”.