La reazione al vaccino anti Covid è stata imprevedibile, il medico di base non poteva fare nulla. Per questo motivo il giudice per le indagini preliminari di Udine Mariarosa Persico ha archiviato il procedimento a carico del dottor Carlo Peano, medico di fiducia del maresciallo dei carabinieri Emanuele Calligaris, morto il 16 marzo scorso dopo che gli era stata somministrata la prima dose del vaccino Astrazeneca il 4 marzo. Per il gip il medico, chiamato a intervenire dopo l’insorgere dei primi sintomi nel 46enne, non avrebbe potuto mitigare quella reazione.



Dunque, è stata accolta la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Lucia Terzariol, ritenendo la condotta del medico indagato al di fuori del nesso causale alla base della morte del carabiniere. Per il giudice, come evidenziato dal Messaggero Veneto, il dottor Peano non era nelle condizioni di ipotizzare il decorso clinico che ha poi portato al decesso di Emanuele Calligaris, la cui causa è attribuibile ad una trombosi del seno venoso cerebrale.



CARABINIERE MORTO DOPO VACCINO ASTRAZENECA

La somministrazione della prima dose del vaccino anti Covid di AstraZeneca era avvenuta il 4 marzo. Il 12 marzo il carabiniere aveva cominciato ad accusare mal di testa e febbre. Per questo aveva deciso di contattare il suo medico di base, il quale gli aveva prescritto tachipirina, vitamina C e cinque giorni di riposo. Ma tre giorni dopo le condizioni di Emanuele Calligaris sono peggiorate ulteriormente. Quindi, il medico si è recato a casa del suo assistito per visitarlo, suggerendo il ricovero in ospedale, dove è stato accolto in serata. Ricoverato in terapia intensiva, il carabiniere è morto il giorno dopo. La moglie aveva deciso di presentare denuncia, ritenendo che il dottore avesse sottovalutato le condizioni di salute del marito, consigliando tardivamente il ricovero in ospedale. Ma questa tesi non è stata sposata né dalla pubblica accusa né dal giudice.



“VALUTIAMO CAUSA CONTRO ASTRAZENECA”

Infatti, l’autopsia ha accertato che il carabiniere era a rischio per lo sviluppo di una trombosi del seno venoso cerebrale, essendo affetto da una ipercoagulabilità ematica che, da latente che era, si sarebbe attivata dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Un episodio imprevedibile, inoltre per il pm anche con una diagnosi tempestiva molto probabilmente il carabiniere sarebbe morto lo stesso. Il medico in questione, peraltro, secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto, è morto nei giorni scorsi dopo essere caduto a metà giugno da una scala, su cui era salito per potare un glicine. Intanto l’avvocato Roberto Mete, legale della moglie di Emanuele Calligaris, ha confermato la volontà di attingere al fondo del ministero della Salute che indennizza i soggetti danneggiati in maniera irreversibile dalle vaccinazioni. «Siamo poi intenzionati a effettuare ulteriori approfondimenti medico-legali per valutare l’esperimento dell’azione civile nei confronti della società produttrice del vaccino», ha aggiunto l’avvocato.