Kurt Westergaard, il fumettista danese di Charlie Hebdo che disegnò le caricature del profeta Maometto che fecero letteralmente indignare e infuriare il mondo musulmano, è deceduto la scorsa notte nel sonno all’età di 86 anni. A darne notizia sono i colleghi d’Oltremanica del “Daily Mail”, anche se, in men che non si dica, il testo è già stato ripreso su numerosi quotidiani internazionali e sulle principali agenzie di stampa.



Giova rammentare che Westergaard fu colui che diede vita al progetto “Il volto di Maometto”, composto da dodici illustrazioni su questo tema e realizzate per il quotidiano “Jyllands-Posten”. Dunque, in origine, non furono commissionate da Charlie Hebdo, tanto che, all’inizio, passarono quasi inosservate, anche se, dopo quattordici giorni, a Copenaghen si registrò un’autentica insurrezione da parte degli ambasciatori delle nazioni spiccatamente musulmani, che scesero in piazza a protestare, arrivando a permeare l’intero universo musulmano. E Charlie Hebdo, cosa c’entra in tutto questo? Il settimanale satirico parigino decise di ristampare nel 2012 quelle vignette, subendo poi, tre anni dopo, il triste attentato presso la sede della testata, nel quale persero la vita per mano dei terroristi dodici persone.



MORTO KURT WESTERGAARD, FUMETTISTA DI CHARLIE HEBDO

Il fumettista scandinavo Kurt Westergaard, rammenta il Daily Mail, lavorava per Jyllands-Posten dalla metà degli anni Ottanta nelle vesti di illustratore e, secondo “Berlingske”, durante gli ultimi anni della sua vita aveva dovuto vivere sotto la protezione della polizia, presso un’abitazione segreta, proprio per il timore di ritorsioni contro di lui in seguito alle caricature di Maometto realizzate.

Un episodio di violenza ai suoi danni fu sventato all’inizio del 2010 dalla polizia danese, che riuscì a catturare nella sua casa un cittadino somalo di 28 anni armato di coltello, il quale aveva intenzione di assassinare Westergaard proprio per quel lavoro. Fortunatamente, le forze dell’ordine intervennero tempestivamente, evitando che la vita del vignettista terminasse anzitempo e regalandogli, di fatto, altri dieci anni e mezzo di esistenza.