Spuntarono dal nulla nella scena newyorchese dei primi anni 70, in uno di quei periodi di transizione che la musica rock vive di tanto in tanto. I giganti degli anni 60 si erano eclissati, da Bob Dylan ai Beatles, e il rock aveva bisogno di nuove energie. Loro, i New York Dolls, “le bambole di New York”, scelsero la strada della trasgressione e della esagerazione, presentandosi sul palco proprio vestiti da bambole, da donne: parrucche, trucco pesante, zeppe, rossetti sbafati, piume di struzzo. Volevano stupire e ci riuscirono. Ma la loro musica era puro rock energetico che non dava quartiere, con un cantante, David Johansen, che sembrava Mick Jagger e un chitarrista, Sylvain Sylvain (vero nome Sylvain Mizrahi, era nato al Cairo in Egitto da madre siriana e padre di origine turca, per di più di religione ebraica) che sembrava Keith Richards. Con loro anche un altro chitarrista fondamentale Johnny Thunders. Fu al loro look che si ispirò Malcolm McLaren per importarlo in Inghilterra e inventare il punk. Silvain Sylvain è morto ieri all’età di 69 anni per un tumore. Con la sua scomparsa, dei New York Dolls rimane ancora in vita il solo David Johansen, tutti gli altri sono scomparsi per overdose di eroina o malattia. “Come molti di voi sanno, Sylvain ha combattuto il cancro negli ultimi due anni e mezzo. Sebbene lo abbia combattuto valorosamente, ieri è morto a causa di questa malattia. Mentre piangiamo la sua perdita, sappiamo che è finalmente in pace e senza dolore. Per favore, accendete la sua musica, accendete una candela, dite una preghiera e lasciamo questa bellissima bambola (doll) alla sua strada” si legge nella nota stampa di addio. Lo ha ricordato anche Lenny Kaye, chitarrista di Patti Smith, che con i New York Dolls condivise la selvaggia scena musicale di New York degli anni 70: “Syl amava il rock and roll. La sua gioia sul palco, il suo sorriso radioso mentre suonava la chitarra, rivelavano il senso di meraviglia che doveva aver provato all’età di 10 anni, emigrando dal suo nativo Cairo con la sua famiglia nel 1961, la nave che entrava nel porto di New York e vedeva la Statua della Libertà per la prima volta. Il suo ruolo nella band era quello di cardine, tenendo a bada i satelliti rotanti che erano i suoi compagni di band. Sebbene abbia cercato coraggiosamente di far andare avanti la band, alla fine la favola morale dei Dolls li ha travolti, non prima di seminare un’influenza che avrebbe generato molte generazioni rock ancora a venire”