Tensione nell’Islam italiano, con il Segretario Generale della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane che accusa l’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche Italiane) di “diffondere menzogne” e ne indica il presidente emerito Mohammed Nour Dachan come “fondatore dei Fratelli Musulmani in Italia”, etichetta estremista che l’Ucoii ha sempre respinto.



La Grande Moschea di Roma, sede dell’Islam istituzionale in Italia, accusa dunque l’Ucoii di diffondere menzogne con l’obiettivo di spacciarsi come la più grande organizzazione islamica italiana. Il lungo comunicato, intitolato “Manifesto della Verità a confutare le calunnie in circolazione e sconfiggere la falsità con la verità”, è stato pubblicato ieri sulla pagina Facebook della Grande Moschea (clicca qui per leggerlo) e firmato dal Dottor Redouane:



“Questa volta ho deciso di mettere a tacere la lingua del diplomatico e di evitare la magnanimità del credente tollerante e ho deciso di parlarvi senza remore, senza giri di parole, senza cerimonie e senza addobbi dopo aver ascoltato più di una registrazione audio del fratello presidente onorario della vostra Unione il quale, nel mentre che invita all’unità, nello stesso tempo va aggredendo le altre componenti islamiche, che non hanno altra colpa se non quella di voler uscire dallo stare sotto il dominio dei Fratelli Musulmani”.

MOSCHEA DI ROMA VS UCOII: LA RAPPRESENTANZA

Redouane evidenzia ad esempio che l’Ucoii non è un’organizzazione ufficialmente riconosciuta dallo Stato, essendo il Centro Islamico Culturale d’Italia (espressione della Grande Moschea di Roma) l’unica organizzazione istituzionalizzata “in virtù del Decreto del Presidente della Repubblica nr. 712/1974” (anno in cui la donazione del terreno per la Moschea fu deliberata dal consiglio comunale di Roma).



Il Presidente dell’Ucoii Yassine Lafram aveva pubblicizzato una foto con Giuseppe Conte e il ministro Luciana Lamorgese con il racconto della ratifica di un protocollo per la riapertura delle moschee: Redouane puntualizza che è stato egli stesso il primo dei firmatari e chiede dunque all’Ucoii di fornire prove sia sul riconoscimento istituzionale sia sulla ratifica del protocollo.

Il Segretario Generale della Grande Moschea di Roma aggiunge che l’Ucoii rappresenta non più del 5-10% della comunità islamica in Italia. Nel mezzo della pandemia di Coronavirus, mentre il Centro Islamico Culturale seppelliva morti, l’Ucoii faceva “marketing con continui post e annunci, giorno e notte, a proposito del fatto che è l’UCOII a essere intervenuta per risolvere il problema della sepoltura dei defunti musulmani”.

MOSCHEA DI ROMA VS UCOII: I FRATELLI MUSULMANI

Infine il tasto più delicato: Redouane sottolinea la complessità del mondo musulmano italiano, evidenzia come l’Ucoii non sia stato in grado di rappresentarlo nemmeno quando era all’apice della sua forza e si appella a Mohammed Nour Dachan come “fondatore dei Fratelli Musulmani in Italia”, sottolineando come la Grande Moschea di Roma sia sempre riuscita a contrastare il piano egemonico dei Fratelli Musulmani e dei salafiti, facendo da “diga” per “vanificare tentativi di infiltrazione e proselitismo da parte di quella branca”.

Il Segretario Generale Redouane ritiene che questo tentativo dell’Ucoii di egemonizzare l’Islam italiano non reca alcun beneficio ai musulmani. L’Islam non è (neanche storicamente) un blocco monolitico, nemmeno nel vasto mondo islamico che va dall’Estremo Oriente all’Africa Occidentale, scrive Redouane: difficile pensare che possa esserlo a livello nazionale in un Paese di diaspora.

L’aver indicato l’Ucoii e Nour Dachan come legati ai Fratelli Musulmani, annota Il Giornale, risulta particolarmente significativo perché stavolta tale accusa arriva dall’interno del mondo musulmano e dall’Islam istituzionalmente riconosciuto. La Fratellanza è stata messa al bando anche in molti Paesi musulmani come Egitto, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrein, oltre alla Russia, in quanto considerati un’organizzazione terroristica.