“L’opera va completata entro l’inverno”: il premier Giuseppe Conte ha delineato idealmente la timeline per il completamento del Mose, la faraonica opera di contenimento delle acque della laguna di Venezia che, dopo anni di polemiche, rallentamenti e critiche, ha visto quest’oggi finalmente alzarsi le fatidiche paratoie. Anche se è ancora prematuro per dire se tutto andrà bene, dato che altri controlli vanno fatti su un’opera composta da 76 dighe mobili che comunque ha fatto sorgere dubbi a diversi progettisti, alle 12.25 di oggi si può dire che l’attesa prova generale è stata un successo, al di là della protesta inscenata da alcuni gruppi ambientalisti che con alcune imbarcazioni hanno provato a disturbare la cerimonia a cui erano presenti le alte cariche regionali del Veneto, il sindaco della città lagunare e ovviamente il Governo. “L’avere dubbi è giusto, ma a chi sta protestando, cittadini e intellettuali, dico di concentrarsi sull’obbiettivo di completare il Mose, facciamo in modo che funzioni e di fronte all’ultimo miglio la politica si assuma le proprie responsabilità” ha aggiunto l’inquilino di Palazzo Chigi. (agg. di R. G. Flore)



MOSE, COMINCIATO L’ATTESO TEST

È cominciato il primo test generale del Mose. Per la prima volta si sollevano oggi venerdì 10 luglio 2020 tutte le 78 paratoie che costituiscono il sistema a protezione della laguna di Venezia dalle acque alte. Per questa giornata storica, dunque, diversi rappresentati delle istituzioni e addetti ai lavori si sono ritrovati per assistere in diretta alla prima prova generale del Mose. Il premier Giuseppe Conte si è anche lasciato scappare una battuta col progettista del Mose, Alberto Scotti: «Voi avete iniziato a progettare all’ultimo anno di ingegneria». Il riferimento è alla tempistica relativa alla nascita di questa opera. Il presidente del Consiglio comunque ha spiegato la natura della sua presenza: «Questa non è una cerimonia di inaugurazione, non siamo per una passerella, siamo per un test. Il governo vuole toccare con mano e verificare l’andamento dei lavori». Quella del Mose è una storia travagliata, come ha ricordato il ministro dei Trasporti Paola De Micheli: «La scelta di proteggere Venezia è strategica, Venezia è simbolo dell’economia del mare che va tenuta in equilibrio. Il protocollo fanghi è pronto, inseriremo una norma sulla gestione nelle prossime settimane. Non mancheranno le risorse».



MOSE, PRIMA PROVA GENERALE: SI SOLLEVANO BARRIERE

Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia parla di «via Crucis» per quanto riguarda il Mose, «costellato da tanti difetti». Ma dopo aver speso 5,5 miliardi per la sua realizzazione, il minimo che può fare è funzionare. «Oggi dobbiamo fare in modo che ci sia solo una parte della storia. Ci preoccupa il tema della gestione. Il premier Conte potrebbe rivedere una scelta infelice di un governo precedente che aveva soppresso il magistrato alle acque. La gestione va data al Comune». Poi è cominciato il sollevamento delle barriere del Mose: i compressori hanno cominciato a pompare aria nelle paratoie. Le barriere quindi cominceranno a emergere. «Il nostro compito è far sì che in futuro le lacrime a Venezia non scendano più per le conseguenze dell’acqua, ma per l’incapacità di trattenere la commozione davanti a tanta bellezza», ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. Poi ha parlato dei rallentamenti, anche per «gravi episodi di corruzione e malaffare». Ma l’opera va completata: «Il Mose non è finito, ci sono 18 mesi di lavori e test, bisognerà avviare il collaudo tecnico funzionale e poi alcuni anni di rodaggio per l’avviamento, per la progressiva ottimizzazione con procedure trasparenti e controllo rigoroso dei costi», ha spiegato la commissaria alla conclusione del Mose di Venezia, Elisabetta Spitz.



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