Una professoressa della Tallahassee Classical School, in Florida, è stata licenziata dopo aver fatto vedere ai propri studenti il David di Michelangelo, opera d’arte famosa in tutto il mondo e di stanza in quel di Firenze. Hope Carrasquilla, la dirigente scolastica dell’istituto in questione, ha sollevato la docente definendo dopo che la sua lezione è stata definita “Pornografia”. Ad accusare la professoressa sono stati alcuni genitori degli studenti, secondo cui la scuola avrebbe autorizzato la visione di contenuti ritenuti troppo scabrosi. Una querelle che alla fine è risultata incontrollata e che ha costretto la preside a sollevare la professoressa “colpevole” di aver tenuto una lezione di storia dell’arte sul Rinascimento fiorentino, così come si legge sul Corriere della Sera.



L’episodio si è verificato in una scuola “media” degli Stati Uniti, e i genitori hanno ritenuto il materiale mostrato inadeguato per degli alunni di 11 anni, al punto che è stato indetto un successivo consiglio scolastico con decisione di sollevare la professoressa. A causare il malcontento nei genitori anche altre opere esposte dalla prof, leggasi la Nascita di Venere del Botticelli o la Creazione di Adamo dello stesso Michelangelo, tutte realizzazioni di inestimabile valore e ritenute all’unanimità dei capolavori senza tempo, ma che evidentemente non sono state comprese.



DAVID DI MICHELANGELO, IL VETO DI GERUSALEMME

Il quotidiano di via Solferino fa notare come la scuola in questione si chiami Classical school e nel sito viene presentata così: «La Tallahassee Classical School allena le menti e migliora i cuori dei giovani attraverso un’educazione classica ricca di contenuti nelle arti e nelle scienze liberali, con l’insegnamento dei principi del carattere morale e della virtù civica».

Il presidente del consiglio scolastico, Barney Bishop, non ha voluto replicare alle domande dei giornalisti ma ha confermato la richiesta di dimissioni. Il David di Michelangelo è stato spesso e volentieri oggetto di censura e il caso più noto è quello del 1995, il veto della città di Gerusalemme che proibì l’esposizione di una copia della scultura, optando invece sulla versione vestita dello stesso.