Il caso del Mostro di Firenze non smette di riservare gialli collaterali e colpi di scena. L’ultimo arriva dalla recente scoperta della sparizione di alcuni reperti appartenenti alla coppia di francesi Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot uccisa a Scopeti nel 1985, le ultime due vittime del Mostro. Si tratta di una Nikon e delle fotografie che i due avrebbero scattato durante la vacanza in Italia poco prima di essere massacrati, oggetti su cui pendeva una istanza di restituzione presentata dai legali delle famiglie.
“Non è stato rinvenuto niente di tutto ciò che noi avevamo chiesto – ha sottolineato uno dei legali delle parti interessate –. Non è stata rinvenuta la macchina fotografica, non sono stati rinvenuti i 17 fotogrammi, non sono state rinvenute le 16 diapositive, non è stato rinvenuto il pezzo di pellicola“. Manca tutto, insomma, di quanto chiesto dai parenti della coppia e la constatazione della scomparsa di questi reperti sarebbe emersa all’apertura dei plichi durante l’udienza in Corte d’Assise nel capoluogo toscano. All’interno soltanto degli indumenti, probabilmente riconducibili a Nadine Mauriot, e la parte interna della tenda canadese in cui le vittime erano accampate sulla scena del duplice delitto. Reperto, quest’ultimo, sul quale si sarebbe concentrata l’attenzione dell’avvocato Valter Biscotti, legale del nipote di Mario Vanni (condannato all’ergastolo quale complice di Pietro Pacciani): il telo non presenterebbe tagli e tale evidenza smonterebbe la versione dell’altro dei “compagni di merende”, Giancarlo Lotti, il quale chiamandosi in correità sostenne di aver visto Vanni squarciare la tenda dei francesi con un coltello. Gli avvocati del nipote di Vanni puntano alla revisione del processo.
Mostro di Firenze, una scia di sangue e mille ombre
La sequenza di delitti attribuiti al Mostro di Firenze si articola in un periodo di tempo che va dal 1968 al 1985, quando la provincia toscana piombò nell’incubo del serial killer più sconvolgente della storia italiana e, per certi versi, dell’intera cronaca su scala internazionale. Una scia di sangue lunga 17 anni e firmata con modalità agghiaccianti – dall’accanimento sulle vittime di sesso femminile alle escissioni portate a termine in modo chirurgico sulle scene dei crimini – e due comuni denominatori: una Beretta calibro 22, proiettili Winchester e lettera H impressa sul fondello, come principale arma del delitto e l’azione omicidiaria condotta mentre le vittime si trovavano appartate per un momento di intimità.
Il 21 agosto 1968 a Castelletti di Signa furono uccisi Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Il 14 settembre 1974, Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore, uccisi a Sagginale, Borgo San Lorenzo. 90 coltellate alla ragazza, trovata nuda a terra fuori dall’auto e con un tralcio di vite nella vagina. Il 6 giugno 1981 furono assassinati Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi, massacrati a Mosciano di Scandicci. Alla giovane fu asportato il pube con tre tagli netti. Il 22 ottobre 1981 il duplice omicidio di Susanna Cambi e Stefano Baldi, assassinati alle Bartoline a Calenzano. La ragazza, anche in questo caso, fu sottoposta all’asportazione del pube. Questo duplice delitto, al pari di quelli di Mosciano e Sagginale, restò senza colpevoli in sede processuale perché esclusa la mano dei “compagni di merende” Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Il 19 giugno 1982 gli omicidi di Antonella Migliorini e Paolo Mainardi, uccisi a Montespertoli. Il 9 settembre 1983, i delitti di Uwe Rusch e Horst Meyer, due giovani tedeschi uccisi a Giogoli dentro un pulmino Volkswagen. Fu l’unico duplice delitto attribuito al Mostro di Firenze con vittime dello stesso sesso (si pensò a un “errore” del Mostro che avrebbe scambiato uno dei due per una donna per via dei capelli lunghi). Il 29 luglio 1984, a Vicchio, il duplice omicidio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci. Alla ragazza fu praticata l’asportazione del seno sinistro e del pube. L’8 settembre 1985 l’ultimo dei delitti del Mostro: Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. La donna fu sottoposta a mutilazioni con escissione del seno sinistro e del pube, un brandello del “feticcio” fu inviato per posta a Silvia Della Monica, sostituto procuratore in passato intervenuta nelle indagini sul Mostro di Firenze.