C’è un giallo nel giallo relativamente all’ultimo dei duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze, quello della coppia di francesi Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. I due vennero massacrati nel bosco degli Scopeti nel settembre 1985 dopo essersi accampati in zona San Casciano e, secondo quanto portato all’attenzione di inquirenti e stampa dai legali delle rispettive famiglie, avrebbero scattato diverse foto prima di essere brutalmente uccisi. Scatti che i parenti cercano di recuperare da tempo, dopo il sequestro e la conservazione nell’Ufficio corpi di reato della Corte d’Assise del capoluogo toscano, chiedendone a più riprese la restituzione attraverso gli avvocati senza però arrivare a una conclusione.
Uno dei legali, Vieri Adriani, è intervenuto nuovamente sul nodo reperti del caso Scopeti ai microfoni del giallista Rino Casazza sul sito web Fronte del Blog, sottolineando che quanto chiesto dai familiari risulterebbe irreperibile. Materiale scomparso, forse perso, che secondo i consulenti dei congiunti delle due vittime potrebbe restituire una fetta importante di verità. Nello specifico, l’istanza di restituzione presentata da Adriani e dai colleghi Gaetano Pacchi e Antonio Mazzeo, lo scorso 30 giugno, riguarda i seguenti oggetti: una macchina fotografica Nikon, 17 fotogrammi contenuti all’interno dello stesso dispositivo e, forse, ancora visionabili, 16 diapositive e un pezzo di pellicola. Elementi che potrebbero essere utili per ricostruire non solo cosa è successo prima del duplice delitto – quindi individuare anche chi, eventualmente, la coppia francese potrebbe aver incontrato prima della morte -, ma anche l’esatta datazione degli omicidi (ancora oggi, nell’ultimo delitto del Mostro il “quando” è nebuloso).
Mostro di Firenze, la rabbia delle famiglie di Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot: “Calpestati dalla giustizia italiana”
In una conferenza stampa del 2023, presso la sede del quotidiano La Nazione, le famiglie delle due vittime francesi del Mostro di Firenze hanno ribadito l’appello perché l’ultima inchiesta non sfoci in archiviazione e perché siano recuperati e restituiti gli ultimi “ricordi” di Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot tra cui proprio quelle foto scattate prima dell’orrore degli Scopeti. I parenti lamentano di non aver ottenuto risposte “dallo Stato italiano, che ci ha calpestati, ci ha trattati come rifiuti. Abbiamo chiesto la restituzione di 17 fotogrammi, gli ultimi ricordi per le famiglie, ma sono andati persi“, ha dichiarato Salvatore Maugeri, amico di Kraveichvili impegnato da anni nella battaglia per la verità.
A Fronte del Blog, l’avvocato Adriani ha ricalcato un particolare aspetto relativo all’odissea per il recupero e la restituzione degli oggetti alle famiglie: “Si è scoperto che, nel 1994, c’è stata un’istanza di vendita dei corpi di reato fatta non si sa da chi. (…) A me non risulta che i reperti si possano vendere, o vengono restituiti o vengono distrutti. Un’istanza di vendita nemmeno fossimo su eBay… Il 9 ottobre scorso ci viene comunicato un provvedimento in cui si dà atto che la cancelleria ha esperito tutte le ricerche del caso, non si sa cosa sia successo e non si sa chi abbia chiesto questa vendita“. Dove sono finiti i reperti e cosa contenevano quei fotogrammi? Domande ancora senza risposta. Stando agli atti, riporta il legale, alcune diapositive appartenenti ai fidanzati francesi uccisi sembrerebbero essere state usate per un’attività di riconoscimento da parte di testimoni.