Una misteriosa scritta sul portone di casa e una sensazione pressante: “È un avvertimento”. È così che Michele Giuttari, ex poliziotto che indagò sui delitti del Mostro di Firenze per anni, descrive la scoperta fatta nella sua abitazione del capoluogo toscano pochi giorni fa, in una data che suonerebbe lontana dalla semplice coincidenza. Si tratta di una sorta di disegno simile a un graffito che sembrerebbe rimandare all’immagine di una fiamma e che sarebbe apparso il 21 agosto scorso, un giorno non proprio casuale se si guarda alla serie di omicidi che insanguinarono la provincia fiorentina per 17 anni: quel giorno, infatti, cadeva il 55° anniversario del primo duplice omicidio attribuito al Mostro, quello avvenuto a Signa nel 1968, vittime Barbara Locci e Antonio Lo Bianco.
Michele Giuttari, ex capo della Squadra mobile che investigò a lungo sulla scia di omicidi e sui “compagni di merende” di Pietro Pacciani, non sembrerebbe avere molti dubbi davanti a quello che potrebbe assumere i contorni di una velata minaccia per le sue indagini sul caso. Lo ha rivelato lui stesso, oggi affermato scrittore dopo una lunga carriera in polizia, ai microfoni del settimanale Giallo non nascondendo una nota di preoccupazione.
Michele Giuttari, scritta sul portone nel 55° anniversario del primo delitto del Mostro di Firenze: “È un avvertimento, mie indagini danno fastidio”
La scritta apparsa sul portone della sua casa a Firenze, proprio nel giorno del 55° anniversario del primo omicidio del Mostro di Firenze, secondo l’ex poliziotto Michele Giuttari che indagò sul caso potrebbe rappresentare “un avvertimento” perché le sue indagini darebbero “fastidio”. Una scoperta che avrebbe sottoposto immediatamente all’attenzione degli inquirenti: “Sono stato avvertito da una vicina – ha raccontato Giuttari al settimanale Giallo – che c’era una strana scritta sul portone di casa mia a Firenze. Io vivo all’estero e mi sono fatto mandare una foto…”.
Michele Giuttari ha raccontato che, dopo un iniziale smarrimento, avrebbe ricondotto l’immagine a una specie di “scritta in lingua raba di colore blu, in verticale” e per questo l’avrebbe mostrata a un esperto di movimenti religiosi e simbologia, Massimo Introvigne, perché ne fornisse una lettura. Quest’ultimo, dopoi aver studiato quella foto, avrebbe risposto che “si tratta di un’allusione alle fiamme“. Giuttari ha spiegato al settimanale di aver pensato immediatamente a una minaccia: “Il significato potrebbe essere ‘Brucerai anche tu’“. Michele Giuttari è sempre stato convinto che dietro gli otto duplici omicidi delle coppiette, consumati nel cuore della provincia fiorentina tra il 1968 e il 1985, non si celi una serial killer solitario. Secondo la sua visione della storia, dietro l’azione della “manovalanza”, dell’esecutore o degli esecutori materiali dei delitti, si nasconderebbe una “regia occulta”, un “livello superiore” di soggetti insospettabili che sarebbero riusciti a scampare alla giustizia per decenni, fino ai giorni nostri. Quanto accaduto sulla facciata della sua casa pochi giorni fa, secondo l’ex poliziotto sarebbe da leggere in una precisa direzione: “Qualcuno ha voluto mandarmi un segnale“. Perché? Non si sa, proprio adesso che potrebbero spuntare nuove tracce dall’analisi dei reperti scoperti di recente.