Caccia a nuove tracce nel caso più intricato e sconvolgente della cronaca italiana, il Mostro di Firenze“, avvolto in un mistero che va avanti da 55 anni. Una scia di sangue senza precedenti che ora, alla luce delle più recenti indagini e con il contributo delle moderne tecnologie investivative, potrebbe arrivare a una svolta. Gli occhi dell’inchiesta sono puntati su alcuni reperti trovati dopo decenni e riconducibii ad alcune delle vittime che potrebbero nutrire la storia di elementi inediti e persino decisivi. Si tratta di un baule appartenente a Pia Rontini e scoperto per caso, riporta La Nazione, in un garage vicino a dove viveva la famiglia prima che la giovane fosse barbaramente uccisa insieme al fidanzato Claudio Stefanacci nel 1984. All’interno, scrive Stefano Brogioni su La Nazione, indumenti e quaderni della ragazza.



Sotto il fuoco di chi indaga ci sarebbe anche un altro reperto ritenuto potenzialmente utile a sciogliere alcuni nodi relativi al duplice omicidio della coppia francese agli Scopeti, Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. Si tratta di un rullino contenente 17 foto attribuito alle ultime due vittime del Mostro di Firenze assassinate nel 1985, trovato di recente e considerato di interesse perché potrebbe consegnare agli inquirenti nuovi elementi per dare un nome e un volto al killer. Sul punto, intervistato da Umbria7, si è espresso Giuliano Mignini, il magistrato che per anni diede la caccia all’assassino: Sarà importante capire come sono stati trovati e, soprattutto, dove i nuovi reperti. Poi se sia possibile con le moderne tecniche scoprire qualcosa di nuovo non so dire. Per il Dna, gli oggetti devono essere stati manipolati da qualcuno. Vedremo“. Nel 2023, trascorso oltre mezzo secolo dall’inizio dell’enigma, l’indagine riprende vigore dalle analisi del Dna. Un profilo genetico ignoto fu isolato sulla tasca di un paio di pantaloni trovati nella tenda della coppia, nel cuore di una storia sempre più densa di colpi di scena e “sorprese”, come le ha definite lo stesso Mignini.



Mostro di Firenze, 55 anni fa l’inizio dell’incubo

L’incubo del serial killer affonda le radici nella provincia fiorentina di 55 anni fa. Il primo degli otto duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze risale al 1968, incipit di una scia di sangue lunga 17 anni e firmata con modalità atroci e un comune denominatore: una Beretta calibro 22, proiettili Winchester e lettera H impressa sul fondello. Il 21 agosto 1968 a Castelletti di Signa furono uccisi Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, amanti per la cui morte fu condannato il marito della donna, Stefano Mele. Inizialmente autoaccusatosi dei delitti, avrebbe scontato un lungo periodo di detenzione. Il 14 settembre 1974 morirono Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore, uccisi a Sagginale, Borgo San Lorenzo. 90 le coltellate inferte alla ragazza, ritrovata fuori dall’auto, nuda e con un tralcio di vite inserito nei genitali.



Il 6 giugno 1981 persero la vita Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi, uccisi a Mosciano di Scandicci. Alla donna fu asportato il pube con tre tagli netti, modalità che richiamò l’azione di un killer esperto. Il 22 ottobre 1981 l’uccisione di Susanna Cambi e Stefano Baldi, alle Bartoline a Calenzano. Alla vittima di sesso femminile, anche in questo caso, fu praticata l’asportazione del pube. Questo duplice omicidio, come quelli di Mosciano e Sagginale, rimasero senza colpevoli in sede processuale essendo stata esclusa la mano dei “compagni di merendePietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Il 19 giugno 1982 furono uccisi Antonella Migliorini e Paolo Mainardi, assassinati a Montespertoli. Il 9 settembre 1983 altre due vittime, Uwe Rusch e Horst Meyer, due giovani uomini tedeschi ammazzati a Giogoli dentro un pulmino Volkswagen. Si tratta dell’unico duplice delitto attribuito al Mostro di Firenze in cui le vittime sono dello stesso sesso. Il 29 luglio 1984 il duplice omicidio di Pia Rontini, la più giovane vittima del Mostro, e Claudio Stefanacci, morti a Vicchio. Alla ragazza fu praticata l’asportazione del seno sinistro e del pube. L’8 settembre 1985 l’ultimo dei delitti del Mostro: Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, coppia francese, furono assassinati nel bosco degli Scopeti a San Casciano mentre trascorrevano una vacanza in tenda. Anche in questo caso intervennero mutilazioni ai danni della donna, con escissione di seno sinistro e pube. Un brandello del “feticcio” fu inviato per posta a Silvia Della Monica, sostituto procuratore che in passato si occupò del caso. Ed è proprio nella storia dei due francesi che le indagini potrebbero trovare nuova linfa verso la verità.