Dopo le banche, vengono le auto. La crisi che attanaglia il globo, investe con furore il settore automobilistico. In Italia, a ottobre, il mercato è sceso del 18,89% e i dati resi noti dal ministero dei Trasporti parlano chiaro: 167.940 unità, contro le 207.049 di un anno fa, un dato negativo che non si registrava da 12 anni (nel 1966 le immatricolazioni furono 144.248). Il primato delle vendite tra i costruttori esteri spetta a Ford (14.455 unità), con un calo del 9,32% rispetto allo stesso periodo del 2007, ma con una quota che sale all’8,61% su base annua rispetto al 7,70% precedente.
In seconda posizione il gruppo Volkswagen (10.122 unità, -16,78%), seguito da Opel (9.846 unità, -30,52%), Citroën (8.694 unità,-25,76%), Peugeot (6.810 unità,-30,24%) e Renault (6.800 unità, -35,50%).



Negativo anche il segmento delle vetture di lusso, con Mercedes a -13,52%, con 6.068 immatricolazioni, Bmw a -13,42%, con 5.559 immatricolazioni mentre è in controtendenza Audi +17,18%, con 5.749 immatricolazioni.

Tra le asiatiche, Toyota segna un clamoroso passivo (-49,88%, con 6.266 unità), mentre Mazda registra una crescita (+9,66%, con 1.566 unità).
 



Per quanto riguarda le immatricolazioni in Italia di Fiat, queste sono scese del 13,12%, a 55.129 unità, contro le 63.457 dell’ottobre del 2007. Complessivamente, nei primi dieci mesi dell’anno Fiat Group ha immatricolato in Italia 600.972 nuove autovetture, in calo del 10,16% rispetto alle 668.941 dello stesso periodo di un anno fa.

Periodo critico, quindi per le case automobilistiche, che annunciano tagli e stop alla produzione: Renault, ad esempio, ha annunciato la chiusura della quasi la totalità delle sue fabbriche per una o due settimane. La chiusura degli impianti, come ha spiegato il delegato sindacale Fabien Gache, avverrà in ordine sparso e si comincerà con il blocco per due settimane degli stabilimenti di Mans e Flins. Previsti anche 4.900 esuberi.



Anche l’altro grande gruppo francese, Peugeot-Citroen, ha annunciato massicci tagli alla produzione. Christian Streiff, a capo del gruppo, ha dichiarato che in questo modo la casa automobilistica intende reagire al tracollo del mercato europeo dell’auto. La quasi totalità delle fabbriche in Europa saranno oggetto di misure di cassa integrazione parziale. Le misure serviranno per ridurre la produzione del 30% rispetto ai programmi previsti.

Stesso discorso per Volkswagen, che vuole tagliare la maggioranza se non la totalità dei 25 mila posti di lavoro a tempo determinato in essere, stando alle voci apparse sulla stampa tedesca.

Ma chi sta peggio di tutti, è il mercato d’oltreoceano: le case automobilistiche fanno pressione sul governo USA perché conceda il maxi finanziamento di 50 miliardi di dollari per far fronte alla crisi di liquidità, mentre si fanno sempre più insistenti le voci che vogliono General Motors vicino al fallimento. Il titolo della casa statunitense di Detroit ha perso il 16% dopo l’annuncio delle perdite operative per 4,2 miliardi di dollari. Tagli in vista anche per Chrysler, che ha annunciato, per il mese di novembre, una riduzione dei posti di lavoro del 25%.
Conti in rosso anche per Ford, che ha annunciato una riduzione del 10% degli addetti.
 

(Maurizio Saporiti)