Valentino Rossi 10
Quarta vittoria consecutiva, record di Agostini superato, 87 punti di vantaggio su Stoner quando mancano quattro gare alla fine del campionato. Ma quello che più impressiona è la determinazione e la concentrazione che il campione pesarese mette in mostra qui a Indianapolis, nel mitico catino della 500 miglia. Sempre tra i primi nelle libere, primo in qualifica e, seppur prudente alla partenza della gara, primo pure lì, sul bagnato che tanto non gradisce, non stando a guardare il vantaggio in classifica, la strategia, ma spingendo al massimo, come lui sa fare, per vincere. Perché le gare, per Valentino, sono fatte per questo, per vincerle.
Nicky Hayden 9
Sarà l’aria di casa, sarà la quasi certezza di correre il prossimo anno in sella alla Ducati… fatto sta che Kentucki kid si presenta al via in gran spolvero, spazzolando con la sua Michelin posteriore la pista come solo lui ormai sa fare. Deve inchinarsi, alla fine, solo a Valentino Rossi, ma che soddisfazione deve essere stata per lui aver stracciato il suo compagno Pedrosa fresco di Bridgestone capricciosamente volute e ottenute. Lui, campione del mondo nel 2006, di cose ne ha avute ben poche dalla Honda, ma il suo dovere, oggi, l’ha fatto in pieno.
Jorge Lorenzo 8
Secondo a Misano, terzo a Indianapolis. Il giovane iberico, debuttante in MotoGP, sembra aver definitivamente preso le misure con la classe regina: sul circuito bagnato dimostra di non avere timori reverenziali di nessun genere, duella con Stoner e Rossi, si prende la terza posizione e non la molla fino alla fine.
Casey Stoner 6
Libere così così, qualifiche non come ci aveva abituato ma con la zampata finale che lo porta a un soffio dalla pole di Rossi e warm up che lo vede di nuovo sfoderare tempi stratosferici. In gara, sul bagnato, soffre più del previsto e, complice una mano birichina che lo fa soffrire e 75 punti di distacco dal rivale Valentino, forse decide che non è il caso di rischiare più del dovuto. Un quarto posto che non è da Stoner e che lo allontana ancora di più da Rossi. Ora è la sola matematica a dire che il mondiale non è ancora chiuso. La sola matematica, però.
Andrea Dovizioso 8
L’abbiamo visto anche in testa al gruppo, nelle prime fasi della gara, lottare per le primissime posizioni. Poi l’abbiamo visto sverniciato (per usare un termine alla Meda) in pieno rettilineo da Lorenzo. Onore al merito per il pilota italiano, primo tra coloro che guidano una moto clienti. Non ci sembra affatto poco.
Ben Spies 8
Terza gara in MotoGP e quinto posto per l’americanino in sella alla Suzuki. Ancora nulla si sa sul suo futuro, se farà parte, la prossima stagione, della famiglia del motomondiale. Una cosa è certa: da paga a gente come Vermulen e Capirossi, suoi compagni di squadra più titolati, a Pedrosa, alfiere della potentissima Honda HRC, a Edwards e compagnia. Non sarà il caso che qualche team ci faccia un pensierino.
Dani Pedrosa 4
Ottavo alle spalle anche di Dovizioso, Spies e Guintoli. Passato in corso d’opera dalle Michelin alle Bridgestone per competere con Stoner e Rossi, deve difendere la posizione da un Vermulen sottotono. Mai brillante nelle libere, stacca in extremis lo stesso ottavo tempo nelle qualifiche. Cadute, infortuni, scelte tecniche affrettate gli hanno fatto perdere la bussola e il treno per un mondiale che tarda ormai da troppo a venire.
Loris Capirossi 4
La bandiera a scacchi deve essere stata una liberazione per il povero Loris, alle prese con un week end tra i più negativi della sua carriera. Per il pilota di Castel San Pietro le cose non hanno funzionato sin dal venerdì con un feeling con la sua Suzuki che non è mai stato trovato. Unica consolazione l’aver allungato di una gara il suo record di presenze.
Marco Melandri assente
La Kawasaki ufficializza l’ingaggio del pilota ravennate per la stagione 2009. Lui, Marco Melandri, campione del mondo della 250, a Indianapolis si prende un anticipo di vacanze. Diciannovesimo e ultimo
(Maurizio Saporiti)