Red Bull 10
Le vetture inglesi non montano i famosi diffusori con il buco, al centro delle recenti controversie, non usano il Kers eppure si sono permesse il lusso di mettersi alle spalle i più blasonati team di F1: Ferrari, McLaren, Renault, Williams, BMW e la sorpresa Brawn GP. Segno che la monoposto progettata da Adrian Newey funziona senza ricorrere a diavolerie di alcun genere, ha un motore potente e sfrutta le sue doti aerodinamiche. E non dimentichiamoci che, senza l’errore ingenuo commesso da Vettel in Australia, il tedesco sarebbe in seconda posizione nella classifica generale.
Sebastian Vettel 10
Sfrutta in pieno le caratteristiche della sua Red Bull, sia in qualifica che in gara, con pista bagnata. Si lascia alle spalle l’esordio negativo di Melbourne e vince con pieno merito il Granpremio della Cina, il secondo della sua giovane carriera. In modo autorevole. Il biondo tedesco sta maturando, ed è già diventato appetibile in chiave mercato piloti. E regala alla sua scuderia la prima vittoria in assoluto.
Mark Webber 9
L’australiano sale fino al secondo gradino del podio, per la prima volta nella sua carriera, regalando alla Red Bull una doppietta storica. Pur non avendo le doti del suo compagno di scuderia, dimostra che con una vettura competitiva, può dire la sua.
Jenson Button 7,5
Contro una Red Bull del genere, che sfrutta al meglio le sue doti aerodinamiche sulla pista bagnata di Shanghai, limita i danni e si porta a casa un terzo posto d’oro in chiave mondiale. Anche in vista della risposta delle altre scuderie in tema di diffusori. Dietro a Barrichello in qualifica, ristabilisce la leadership in casa Brawn GP.
Lewis Hamilton 6
Arriva dietro al suo compagno di scuderia Kovalainen e questo non è il massimo. Dalla sua l’aver cercato, sin dalle prime battute del gran premio, di dare battaglia (vedi sorpasso ai danni di Raikkonen). Qualche sbavatura di troppo non gli permette di andare oltre il sesto posto ma al massimo, visto il livello della sua McLaren, poteva aspirare a stare davanti al solo Kovalainen.
Sebastien Buemi 6
Il giovane debuttante, salito sulla Toro Rosso che fu di Vettel,  finisce a punti per la seconda volta, dimostrando di avere del talento. Si tiene dietro il più esperto compagno di scuderia Bourdais e gente come Alonso e Raikkonen.
Kimi Raikkonen 4
Che dire? Pronti via e deve cedere il passo ad Hamilton. Dopo il pit stop si ritrova in mezzo al gruppo e da lì non ne esce più. Almeno conclude la gara, ma ancora una volta senza conquistare uno straccio di punto. La sua Ferrari non va, ma lui pare non metterci niente del suo.
Felipe Massa  S.V.
Ad un certo punto della gara la sua Ferrari occupa la posizione n. 3. Da non crederci, anche se deve ancora effettuare il suo pit stop. Ma non ce n’è, perche la sua Ferrari lo pianta in mezzo alla pista. Il brasiliano, il suo, comunque ce l’ha messo.
Robert Kubica  4
La sua BMW sembra un paracarro, per usare un termine caro a Flavio Briatore. Lui sembra in confusione, tanto da montare letteralmente sopra la Toyota di Trulli quando arriva lungo in staccata. Poi gironzola sulla pista con un’ala pericolosamente rovinata. Week end da dimenticare.
Ferrari  4
Ci dispiace essere così duri con la scuderia di Maranello. Ma i risultati son quelli che sono: i peggiori dall’81. La Ferrari in Cina non porta il Kers, a corto di affidabilità, pagando la scelta in termini di potenza. I piloti se ne lamentano, la macchina, inoltre, manca di carico aerodinamico rispetto alla concorrenza dotata di diffusori col buco ma non solo e la frittata è fatta. Inoltre, pur senza il kers la monoposto di Massa lo lascia comunque a piedi. Risultato? Di nuovo zero punti in saccoccia. Forza Ferrari.
(Maurizio Saporiti)


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