La FOTA non ci sta. Il Comitato Esecutivo dell’associazione dei costruttori che si è riunito ieri a Heathrow per esaminare le nuove regole proposte dalla FIA per il campionato 2010 di F1, ha espresso in modo compatto la preoccupazione per le decisioni prese e ha richiesto di avviare delle consultazioni urgenti con la FIA. Entro il 12 giugno. Nella riunione sarebbe emersa anche una controproposta in base alla quale ci sarebbe l’idea di presentare un budget legato ai singoli pezzi delle monoposto. Tutti sono invece assolutamente contrari al doppio regolamento tecnico, legato al fatto che una squadra aderisca o meno al tetto di bilancio. Altrimenti addio al mondiale 2010. Insomma, quasi un ultimatum.
Ma andiamo con ordine: la FIA, Consiglio Mondiale della Federazione internazionale dell’automobile, ha varato le nuove norme che entreranno in vigore a partire dal 2010 e che, nelle intenzioni, dovrebbero contribuire da una parte al contenimento dei costi e dall’altra a favorire lo spettacolo. Una delle novità più importanti consiste nell’aver individuato il budget annuale che i team dovranno rispettare, fissato in 40 milioni di sterline, e che riguarderà le sole scuderie che decideranno di non attenersi in maniera integrale ai regolamenti tecnici. Escluse dal budget le spese per quanto riguarda il marketing, le hospitality, l’ingaggio di piloti e collaudatori, le somme destinate al pagamento di multe e sanzioni e tutte le altre spese che non riguardano direttamente quegli aspetti legati alle performance delle vetture che i team impegneranno nel mondiale.
Dal punto di vista più strettamente sportivo, poi, dal 2010 le squadre non potranno più effettuare i rifornimenti di carburante, in modo da ridurre i costi dovuti al trasporto delle attrezzature e sarà vietato l’uso delle termocoperte e di altri dispositivi utilizzati per il riscaldamento delle gomme. Altra novità di rilievo, l’innalzamento a 26 del numero massimo di monoposto che possono partecipare al mondiale di F1.
Dopo la vicenda assurda del regolamento che stabiliva che il Mondiale sarebbe stato assegnato al pilota con il maggior numero di Gran Premi vinti, criticato da tutti, e immediatamente ritirato, dopo il caos legato ai diffusori, la FIA ci riprova di nuovo, introducendo nuove regole e neanche del tutto chiare in tema di risparmi. E, per giunta, varate senza nemmeno aver sentito il parere della FOTA, l’associazione dei costruttori che raggruppa tutti i team che partecipano al mondiale di F1.
Peraltro, il Presidente Montezemolo aveva definito tale provvedimento “fondamentalmente ingiusto e forse anche parziale”. Più chiaro di così…
Ma a complicare le cose ci si è messo di nuovo Max Mosley che, oltre a difendere a spada tratta le nuove norme, si è prodotto in un affondo nei confronti del team di Maranello: “Lo sport può sopravvivere senza la Ferrari”. Della serie: le norme per salvare dal tracollo la F1 sono queste: prendere o lasciare. Ma nel botta e risposta tra FIA e Ferrari, è entrato pure Bernie Ecclestone. Poteva mancare, visto l’uscita di Mosley? no! Il boss del mondiale di F1, al solo pensiero di dover assistere ad un campionato senza le Rosse, quindi ad un campionato azzoppato (sarebbe come ipotizzare la serie A senza una delle grandi, Milan, Juventus o Inter per intenderci), e con introiti sicuramente ridotti, ha preso le difese della Ferrari. Colpito nel punto più sensibile, il portafoglio, Ecclestone si è così espresso: ”Mosley vuole distruggere la Ferrari? Non lascerò che ciò accada”.
A contrariare Montezemolo e gran parte dei team è stata soprattutto la norma che stabilisce un tetto al budget delle scuderie: una norma intricata, di fatto difficilissima da gestire e che darebbe vita a una F1 a due velocità: da una parte le scuderie che rispetteranno il regolamento tecnico e dall’altra quelle che farebbero ricorso al budget. Ora, dopo la presa di posizione unanime della FOTA, lo scenario più auspicabile è che il buon senso prevalga e che ci si metta tutti attorno ad un tavolo per cercare una soluzione condivisa che da una parte preservi le caratteristiche di questo sport e dall’altra, lo renda meno dispendioso in termini economici. Altrimenti il rischio è quello, più volte paventato dai team, di dar vita ad un campionato alternativo, cosa che, visto i tempi che corrono, rischierebbe di travolgere definitivamente una F1già in calo di credibilità. Il braccio di ferro tra FOTA e FIA è solo all’inizio: vedremo come andrà a finire. Per ora godiamoci Barcellona in attesa della riscossa della Rossa, sul terreno che più ci interessa: la pista.