Cinque gare e tre piloti racchiusi in un fazzoletto di punti, nove per la precisione: questa è in estrema sintesi la situazione del mondiale 2009 classe MotoGP. La gara di ieri al Mugello è stata caratterizzata, ancora una volta dopo Le Mans, dal tempo incerto che ha costretto i piloti all’ormai abituale gioco della roulette del cambio della moto e ha riservato anche la sorpresa di veder interrotta la serie positiva che durava ormai da sette anni di Valentino Rossi, salito sempre sul gradino più alto del podio. Per compiere l’impresa di detronizzare il cannibale di Tavullia qui al Mugello, c’è voluto uno Stoner perfetto. Ma non solo: davanti a Rossi ci si è messo pure Jorge Lorenzo. Chi sembra aver perso il trenino per la vetta è Pedrosa: lo spagnolo della Honda, alle prese con problemi fisici, cade e deve ritirarsi. Per lui in forse la presenza a Barcellona. Al Mugello si sono rivisti, grazie anche alle condizioni meteo birichine, Capirossi, Melandri, Dovizioso e Vermulen, la davanti a lottare per le prime posizioni: segno che il talento non manca. Quando tutto è rientrato nella normalità, hanno dovuto fare i conti con le pecche dei loro mezzi, tornando ad occupare le posizioni di loro competenza.
Lorenzo e un futuro da “Valentino”
Il pilota spagnolo, reduce da una prima stagione in MotoGp fatta di alti, ma soprattutto di bassi, sembra aver trovato la strada della maturità sportiva, che lo porta a commettere pochi errori e a capitalizzare anche le giornate che nascono storte (vedi la caduta di ieri nel giro di allineamento e la partenza a dir poco da brivido, con la moto che scondinzolava di qua e di là). Il giovane talento spagnolo è già a quota due vittorie, in classifica tallona da vicino Stoner e, quel che più conta, sta davanti a sua maestà Valentino. La convivenza con il plurititolato pilota italiano non sembra nuocergli più di tanto, anzi, la sensazione è che sia la condizione ideale per imparare nel miglior modo possibile il difficile mestiere di erede del dottor Rossi in casa Yamaha.
Rossi e la difficile convivenza con Lorenzo
Per la prima volta Valentino Rossi un nemico se lo ritrova anche in casa sua, al di là della parete che divide il box della Yamaha ed è un nemico, sportivamente parlando, fastidioso e insidioso, giovane e con quell’arroganza genuina tipica dei talenti in erba che vogliono mettersi a competere alla pari con il campione per soffiargli lo scettro di prima guida. Alcuni vedono già, nelle difficoltà incontrate da Rossi in questo scorcio di mondiale (l’alquanto complicata messa a punto della moto, la caduta a Le Mans e l’errore madornale delle gomme dure montate ieri sulla sua Yamaha quando tutti uscivano con le morbide), i primi segnali di un confronto psicologico che sta mettendo alla prova il dottore. Per ora la classifica dice che i giochi sono aperti ancora per tutti, Rossi compreso, e conoscendo Valentino, c’è da aspettarsi una pronta rivincita già a partire da Barcellona. La testa, quella di Valentino, è ancora la più forte di tutte.
Stoner c’è, ed è quello messo meglio
Chi esce dal Mugello con il morale alto è Casey Stoner: il pilota della Ducati si ritrova in testa alla classifica pur avendo affrontato i circuiti a lui più ostici, come Jerez e la stessa Le Mans, andando addirittura a vincere nella tana del lupo Rossi nel gran premio d’Italia. Inoltre, Casey si ritrova in un team dove il problema della rivalità non esiste e non perché i piloti vadano d’amore e d’accordo ma perché anche Hayden, dopo Melandri, si è infilato in un ginepraio da cui non riesce più a districarsi e il cui esito è una permanenza costante in fondo al gruppo, in prova come in gara. Insomma, in casa Ducati Stoner dorme sonni tranquilli, non disturbati da nessun incubo nel quale il fantasma di turno è il compagno di scuderia che ti soffia il titolo. Certo, anche, di avere a disposizione una moto al top che solo lui sa domare.
Ducati ad un bivio
Semmai è la Ducati che dovrebbe cominciare a preoccuparsi: non è possibile che i guai che sta passando il povero Hayden siano solo un problema di adattamento. Dopo Capirossi e Melandri, non due sprovveduti, anche l’americano (e con lui i piloti dei team satellite), non riesce a trovare il feeling con la Desmosedici: il rischio per la casa di Borgo Panigale è quello, dovesse Stoner cambiar aria, di non trovare nessun pilota che voglia guidare una Ducati. Stoner a parte, le brutte figure, con la rossa a due ruote, nessuno le vuole più fare.
Pedrosa: i guai suoi e quelli di Honda
Dai giochi sembra già essere fuori la Honda e il suo pilota leader Pedrosa. Lo spagnolo, dopo la lunga riabilitazione invernale, sembrava essersi ripreso: dopo i podi di Motegi, Jerez e Le Mans, mancava solo la vittoria per confermare il pieno recupero. Ma a rovinare tutto ci ha pensato il suo fisico un po’ fragilino: al Mugello un fastidioso problema muscolare prima e la caduta durante la gara poi gli hanno fatto perdere contatto con i primi tre della classe. Ora il suo distacco è di 33 punti e, visto che gli esami clinici hanno confermato la frattura di un osso dell’anca destra, la possibilità di saltare il gran premio di casa a Barcellona si fa più consistente. Questo vorrebbe dire veder aumentare ulteriormente il divario in classifica: un conto poi è rimontare nei confronti di un solo avversario, un conto se questi sono tre e di che pasta! L’eterna promessa, insomma, potrebbe restare ancora una volta tale. Il veloce pilota che stracciava tutti in 250, in cui la Honda aveva riposto piena fiducia per non rimpiangere la fuga di Valentino, colui che avrebbe riportato il titolo a casa, sembra essersi perso tra i suoi guai e quelli della sua moto.
La Honda e la moto che non c’è (e che vorresti)
Si dice che la 800, l’attuale MotoGP sia stata fortemente voluta dalla casa nipponica per permettere al piccolo Pedrosa di vincere mondiali su mondiali alla grande, come faceva in 250. Cosa che puntualmente non si è verificata. Anzi, l’ultimo titolo è arrivato grazie ad Hayden, a cui ha dato una bella mano Valentino, nonostante i tentativi di impedirglielo di Pedrosa! Per il resto la casa nipponica è sembrata spesso brancolare nel buio, senza una guida certa a cui affidare lo sviluppo della moto. Bella, ma sempre un pelo dietro a Yamaha e Ducati. Da troppo tempo.
(Maurizio Saporiti)