A Ginevra la Ferrari mette in campo una vettura laboratorio a tecnologia ibrida. Questo studio ha anche l’obiettivo di preparare le Ferrari ad essere in linea con le future normative sui limiti di emissioni di CO2, specialmente sul ciclo urbano. Tale ciclo infatti penalizza in particolar modo le vetture sportive, i cui motori sono progettati per offrire le massime prestazioni ed essere più efficienti ad alti regimi, mentre premia l’utilizzo prevalentemente a basso carico di una vettura. Grazie anche all’esperienza nel mondo delle competizioni, i tecnici di Maranello hanno infatti ideato una trasmissione ibrida molto leggera che, una volta applicata alla 599 GTB Fiorano, si è dimostrata capace di non penalizzare le eccellenti doti dinamiche della berlinetta V12.



Questo risultato è stato ottenuto grazie all’integrazione tra tutte le componenti del sistema, installate sotto al centro di gravità della vettura in modo da non impattare né l’handling né la vivibilità degli spazi interni. Con la stessa filosofia, le batterie agli ioni di litio sono piatte e collocate sotto il pavimento vettura, all’interno del fondo aerodinamico. Ne deriva un centro di gravità persino più basso rispetto alla configurazione standard. La tecnologia derivata dalla F1 è fondamentale anche per quanto riguarda l’ideazione, l’ingegnerizzazione e la costruzione di un innovativo motore elettrico che viene utilizzato per l’ottimizzazione delle caratteristiche dinamiche longitudinali e laterali delle vettura, quali la gestione della coppia, il controllo di trazione e la ripartizione della frenata, a beneficio di sportività e divertimento di guida. Uno speciale sistema di raffreddamento e lubrificazione assicura la massima efficienza del sistema in tutte le condizioni di operatività.



Il motore elettrico della HY-KERS, compatto trifase ad alto voltaggio da 40 kg di peso, è accoppiato alla parte posteriore del cambio F1 doppia frizione a 7 marce. Trasmette il moto attraverso una delle due frizioni del cambio e si collega ad uno dei due alberi primari. L’erogazione della potenza è assicurata così istantaneamente e continuativamente tra il motore elettrico e il motore termico laddove il primo è in grado di produrre oltre 100 CV, assicurando l’obiettivo dei tecnici Ferrari di compensare ogni chilogrammo di peso in più con l’aumento di almeno 1 cavallo vapore. Durante la fase di frenata il motore elettrico agisce come un generatore, sfruttando l’energia cinetica della coppia negativa per ricaricare le batterie.



La gestione di questo cruciale compito è affidata ad una centralina elettronica dedicata, anch’essa di derivazione F1, che oltre a comandare il motore elettrico sovraintende all’alimentazione dei sistemi ausiliari (servosterzo, servofreno, aria condizionata e sistemi di bordo). Questa vettura laboratorio mantiene quindi inalterate le caratteristiche di sportività che ogni Ferrari deve avere e allo stesso tempo riesce ad abbattere del 35% le emissioni di CO2 nel ciclo combinato (ECE + EUDC).

Ferrari California Stop & Start

L’altra importante novità presentata a Ginevra, sempre in tema di riduzione dell’impatto ambientale, è il sistema Stop & Start da oggi disponibile sulla Ferrari California, che consente di abbattere i consumi e le relative emissioni di CO2 del 6%. Nel caso di un ciclo combinato (ECE+EUDC), permette di raggiungere uno dei migliori valori per vetture ad alte prestazioni con circa 280 gr/km. L’introduzione di questo sistema garantisce un’istantanea risposta alla partenza passando dalla condizione di fermata a quella di marcia in soli 230 millesecondi, un tempo che rende impercettibile per il pilota la fase di riaccensione. Lo Stop & Start rappresenta un ulteriore passo nella strategia di riduzione di consumi ed emissioni, contestualmente all’aumento di prestazioni, in atto da tempo da parte della Ferrari e che vede tra le principali aree di intervento quelle della riduzione degli attriti interni al motore.

La Ferrari California, ad esempio, nel suo 8 cilindri a iniezione diretta ha introdotto un meccanismo che annulla l’effetto pumping, ovvero l’effetto legato alla variazione della pressione sotto i pistoni che produce una coppia resistente interna al motore. L’utilizzo di una lamella elastica posizionata sotto al pistone permette l’uscita del gas di blow-by e dell’olio dalla campata durante la corsa di espansione, senza permetterne il rientro durante la corsa di compressione e annullando così il lavoro negativo. Il risultato di questa soluzione è un aumento di efficienza del propulsore. Inoltre l’adozione di un coating tipo DLC (Diamond like Carbon) sulle punterie e la tribofinitura dei boccioli degli alberi distribuzione permette di ridurre gli attriti sulla testa cilindri contribuendo alla riduzione generale delle friction.

 

 

A Maranello la Ferrari usa solo energia verde autoprodotta

Fedele al proprio impegno a tutto campo sui temi della riduzione dell’impatto ambientale, Ferrari persegue l’aumento dell’efficienza e della sostenibilità non solo attraverso nuove tecnologie da applicare alle vetture, ma anche grazie a ingenti investimenti sulle infrastrutture industriali che hanno già prodotto considerevoli risultati. Nel gennaio 2009 è stato infatti inaugurato un impianto fotovoltaico, installato sul tetto dell’area Nuova Meccanica, che ha ridotto il fabbisogno energetico dell’azienda di oltre 210.000 kWh l’anno; a seguire è entrato in funzione il più grande impianto di trigenerazione d’Italia (che produce elettricità, acqua calda e fredda), il primo adottato da un’azienda costruttrice di auto sportive. I due impianti permettono di ridurre di 30 mila tonnellate (40%) le emissioni di CO2. Grazie a questo sistema ecologico Ferrari è del tutto autonoma dal punto di vista energetico. Con questo abbattimento Ferrari raggiunge gli obiettivi di Kyoto 10 anni prima della scadenza e con il doppio del valore richiesto all’Europa.

La strategia “Formula Uomo”, definita dal Presidente Luca di Montezemolo alla fine degli anni ’90, e che ha trasformato il complesso produttivo di Maranello in uno dei più avanzati al mondo, compie un ulteriore passo nella creazione di un ambiente di lavoro unico che insieme alle altre iniziative rivolte al benessere dei dipendenti ha permesso alla Ferrari di essere considerata un modello di gestione come dimostra il premio Best Place to Work in Europe assegnatole qualche tempo fa.