Il gruppo Fiat investirà oltre un miliardo di euro per rinnovare lo stabilimento di Melfi e avviare, entro la fine del 2014, la produzione di due nuovi modelli con i marchi Fiat e Jeep. “E’ stata una decisione non facile e non scontata in un mercato in caduta libera”, ha detto Sergio Marchionne, confermando gli obiettivi del gruppo per il 2012, vale a dire un utile operativo di circa 3,8 miliardi e un utile netto di 1,2 miliardi. “In 3-4 anni raggiungeremo il pareggio delle attività in Italia e in Europa”, ha assicurato l’ad di Fiat, attraverso una strategia di investimenti “non per deboli di cuore” che prevede per l’Italia 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti entro il 2016. Intanto l’agenzia di rating  Fitch ha stimato che il mercato europeo dell’auto perderà anche nel 2013 il 3%, dopo il meno 8% fatto registrare nel 2012, con Fiat e Peugeot che vengono definiti i due gruppi “posizionati più debolmente in Europa”. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Pietro Montagna, consulente Automotive ed esperto del settore.



Come giudica quanto annunciato a Melfi da Elkann e Marchionne?

L’annuncio fatto a Melfi spariglia ancora una volta le carte in tavola, ma si tratta di una strategia senza dubbio necessaria. Dopo quanto dichiarato, infatti, abbiamo la certezza che Fiat, d’ora in avanti, non sarà più un marchio nazionalpopolare, ma punterà sull’alto di gamma. Questo cambiamento, che andrà a coinvolgere l’intera galassia produttiva e commerciale del gruppo, credo sia il principale aspetto da osservare.



Marchionne ha chiaramente annunciato di voler porre un particolare accento sulle esportazioni, visto che una strategia solo europea “sarebbe suicida”. Cosa ne pensa?

Su questo non posso che essere che d’accordo. Alcuni dati a nostra disposizione parlano di un mercato europeo in ripresa solo intorno al 2014, altri ancora immaginano un mercato stabile solo nel 2018, quindi non è pensabile impostare un’operazione sull’Europa a breve termine. Basti infatti pensare all’outlook negativo rilasciato recentemente da Fitch.

E’ rimasto sorpreso da quanto annunciato dall’agenzia di rating?



Non troppo, in primo luogo perché parliamo di un settore che nel 2012 ha perso in Europa l’8% e che nel 2013 dovrebbe subire una ulteriore flessione del 3%. Anche la stessa Peugeot, infatti, posizionata “debolmente in Europa” insieme a Fiat, ha da poco annunciato la formalizzazione di nuovi modelli da produrre in sinergia con GM nel 2016, con cui potrà evidentemente uscire da una dimensione esclusivamente europea.

Marchionne ha però annunciato che il 2012 si chiuderà con un utile operativo di circa 3,8 miliardi e un utile netto di 1,2 miliardi…

Sì, ma tutte le aziende che operano a livello mondiale possono vantare conti sostanzialmente in positivo, mentre il “rosso” riguarda esclusivamente il mercato europeo. Come ho detto poco fa, quindi, non è davvero più immaginabile insistere principalmente su un territorio in forte recessione con l’obiettivo di portare avanti un’economia non di sviluppo, ma di semplice mantenimento.

Come immagina il gruppo Fiat tra qualche anno?

E’ ancora difficile saperlo. Marchionne ci ha abituati, positivamente e negativamente, a un flessibilità di decisionismo molto elevata, come abbiamo potuto constatare anche con Fabbrica Italia. Probabilmente tutto comincerà a chiarirsi solo dopo la fase di trasformazione industriale, quindi dopo che il miliardo di euro annunciato verrà effettivamente investito.

 

(Claudio Perlini)