Sembra quasi azzardato dirlo dopo tutto quello che è successo, eppure le notizie sono notizie e forse questo può essere un primo passo per superare la grande crisi di immagine del Gruppo Volkswagen: freschissima la novità in casa Porsche, uno dei marchi di auto più famosi al mondo e sinonimo di lusso e qualità, fino a che il proprio gruppo industriale, appunto la casa di Wolfsburg, non è stato investito dal Diesel Gate che dagli Usa si è rivolto poi a tutto il mondo. Danno immagine incalcolabile e varie società che devono subito correre ai ripari, anche se quella in questione partiva già con vari passi avanti per via degli alti standard che l’hanno sempre contraddistinta; per questo motivo va dato risalto ad una notizia che di per sé è abbastanza normale ma che in questa particolare situazione del settore auto e dello stesso Gruppo Vw non era pou così scontata. Porsche AG continua ad ampliare il suo programma di sostenibilità e i quattro sistemi di energia rinnovabile lo stanno a dimostrare: nel Centro di formazione a Zuffenhausen, consentono di ottenere nel nuovo edificio un bilancio ecologico positivo e di consumare il 30 per cento in meno di energia rispetto a quanto previsto dal Regolamento tedesco sul risparmio energetico (EnEV). Nello stabilimento Porsche di Lipsia diminuisce nettamente anche il consumo di acqua potabile destinata all’irrigazione del circuito, grazie all’impiego di una cisterna di raccolta dell’acqua piovana e di un sistema di riciclo. Infine, nel nuovo Centro Porsche di Adlershof, a Berlino, un pilone fotovoltaico alto 25 metri, fornirà fino a 14.000 kW/h all’anno. Tutto quanto però non viene affermato dagli stessi addetti di Porsche ma da un centro di controllo specializzato, il TUV Sud che ha visitato le sedi di Zuffenhausen, Sachsenheim e Weissach rilasciando la fatidica e ambita certificazione ISO 14001, ISO 50001 e il riconoscimento EMAS. In questo modo viene certificato tutta la bontà del progetto di qualità nel rispetto ambientale di Porsche, di un’auto tedesca che appartiene al Gruppo Volkswagen così tanto bistrattato e che invece poi così scandaloso non lo è in tutte le sue componenti. Ovvio, questa notizia fa molto meno rumore anche perché questa dovrebbe essere la normalità, ma tant’è dopo il Diesel gate tutto “fa brodo”. “La constante esplorazione dei limiti del fattibile è un elemento che ha sempre contraddistinto Porsche. La nostra azienda è attiva tanto nello sviluppo economico sostenibile e nella creazione di posti di lavoro interessanti quanto fortemente impegnata nel sociale”, afferma il Dr. Oliver Blume, CEO di Porsche AG. Trasparenza, pulizia e ambiente rispettato: Porsche ci prova e anche i costi altissimi per la produzione vengono poi ripagati dalla scelta (anch’essa molto costosa, a dirla proprio tutta) dei clienti affezionati che Diesel o mica Diesel, la macchina la vogliono e la comprano. E ora sanno anche del certificato di qualità, non certo il primo e neanche l’ultimo: È il primo polo industriale al mondo ad avere ricevuto il precertificato d’oro della DGNB, (Consiglio tedesco per l’edilizia sostenibile), valutato sulla base di 40 criteri di sostenibilità. Porsche non solo ha ottenuto il migliore punteggio per il piano generale di sviluppo dello stabilimento dal punto di vista ecologico, economico, tecnico e della qualità del processo ma soprattutto anche per quanto riguarda la progettazione del posto di lavoro. Gli interventi di ristrutturazione dell’area termineranno nel 2018. La qualità è nulla senza controllo.