Vulcanico Marchionne. In un tranquillo pomeriggio al circuito del Mugello, dopo aver provato la nuova Ferrari F12 in pista a 300 all’ora, ha sparato a raffica tre notizie una più significativa dell’altra: la possibilità di una scalata ostile su General Motors, il rinvio di qualche mese dei piani di rilancio di Alfa Romeo e la conferma che lascerà l’azienda nel 2018.
Una notizia è sicuramente vera, quella sulla Casa del Biscione, anche se le motivazioni dell’amministratore delegato di Fca sono per lo meno fantasiose. I problemi del ceo di Fca non sono le difficoltà della Cina di cui ha parlato, ma si chiamano Brasile, dove le vendite di auto stanno scendendo da nove mesi consecutivi e Fiat perde, in volume, più degli altri, e la strategia su Maserati che doveva essere una specie di Cavallo di Troia per aprire i mercati ad Alfa Romeo e invece non sta funzionando.
Sulle altre due affermazioni nutro parecchi dubbi, ma il solo fatto che le abbia “sparate” Marchionne le rendono significative. Sulle motivazioni che lo spingono a fare pressione sul ceo di General Motors, Mary Barra, abbiamo già scritto la scorsa settimana. Gm è l’unica pubblic company del settore che permetterebbe agli Agnelli, in un eventuale merger con Fca, di far pesare ancora le proprie azioni nel consiglio d’amministrazione. Tutte le altre opzioni vedono gli eredi di Giovanni e Gianni ridursi a semplici azionisti senza alcun peso decisionale. Una Opa ostile su un’azienda che vale più di 55 miliardi di dollari non è uno scherzo e il primo a saperlo è proprio Marchionne. Hai voglia a cercare alleati tra i fondi di investimento Usa… Servono soldi.
Il riferimento a un’azione ostile è solo l’ennesimo tentativo del ceo italo-canadese di far breccia nel management del concorrente. Sembra che si diverta a punzecchiare la collega e lo fa ogni volta che può. Mentre probabilmente scruta il mercato in attesa che qualcuno attacchi Fca che, nel settore, rimane tra i più piccoli come capitalizzazione e sta affrontando un periodo non facile.
Marchionne lascerà l’azienda nel 2018? Forse sarà l’azienda a lasciare prima lui. È difficile pensare che lo scenario dell’industria automobilistica mondiale rimanga lo stesso fra tre anni. Lo scandalo Volkswagen ha messo tutti di fronte agli enormi investimenti che saranno necessari per sviluppare auto che inquinino davvero meno. E i colossi di Internet, da Google ad Apple, sono alle porte come gli Unni per cambiare regole del gioco e giocatori.
Bisognerà stringere accordi di ferro per sopravvivere o crescere di dimensioni inglobando concorrenti più piccoli. E Fca sarà tra le prime prede. A quel punto Marchionne con le sue indubbie capacità manageriali potrebbe addirittura essere un peso per i nuovi padroni.