Stop. I segnali di ripresa non se ne vanno tutti in un colpo, ma subiscono un forte rallentamento. Stop. In Europa negli ultimi 3 mesi la crescita del mercato auto infatti rallenta, in un 2015 che comunque figura ancora come positivo, con un aumento delle vendite intorno al 6,7% rispetto allo stesso periodo gennaio-maggio 2014. Secondi i dati diffusi da ACEA, associazione dei costruttori europei, e rielaborati da (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) si comprende come anche nel mercato dell’auto la crescita assomiglia all’incedere di una tartaruga: procede ma in maniera molto lenta, con improvvisi e bruschi stop che ne compromettono il cammino. Molto chiaro il giudizio del Direttore Generale dell’UNRAE, Romano Valente: «Il mercato europeo dell’auto nonostante il risultato positivo rispetto agli anni precedenti della crisi sembra aver raggiunto una stabilità favorevole solo dove sono investite ingenti e delimitate risorse da Case e Reti o dove scelte politiche di sostegno al rinnovo del parco circolante, come in Spagna, migliorano tangibilmente ambiente e sicurezza rilanciando anche l’occupazione». Senza incentivi, le chiavi in mano ai cittadini europei non arrivano, o meglio arrivano ma con estrema lentezza. 



Le forti azioni commerciali positive ravvisate dal rapporto, riguardano essenzialmente solo quelli stati in quei le Marche di auto con le loro Reti hanno spinto con logiche di mercato forti: Italia (+10%), Regno Unito (+2,4%, da 3 anni oramai sempre in crescita) e la più positiva, la Spagna che guadagna il 14% grazie all’ottava fase del piano di incentivazione dalle uova d’oro, il PIVE. Politica e mercato, siamo sempre lì, è questa la sinergia giusta che può far riprendere a crescere il mercato dell’auto: sempre per Valente, «se in Italia continuano i non-interventi strutturali di alleggerimento fiscale su famiglie e imprese, il parco circolante attuale anziano (dicasi 9,5 milioni di veicoli oltre i 15 anni, ndr) ci metterà 20 anni per essere del tutto rinnovato». Per cui non c’è molto da festeggiare in Italia, se è vero la crescita positiva mentre altri perdono, è anche vero che il termine di paragone è sempre il recente passato dove il mercato auto italiano è stato forse il peggiore in Europa. In più, proprio come dice Valente, essendoci un parco macchine molto anziano in Italia è certamente più plausibile che avvengano nuove immatricolazioni rispetto ad un anno fa: per un’auto che si rompe ce ne vuole una che entra, logica di mercato classica ma sempre valida.



Se si guardano i dati relativi ai vari gruppi delle maggiori Marche produttrici di auto, vi sono elementi molto interessanti da sottolineare e che riprendono a far un po’ sperare l’industria-auto italiana: su tutti spicca il risultato molto positivo del Gruppo Fiat-Chrysler, che dopo Mercedes e Nissan è quello che cresce di più nelle vendite, registrando un +9,2% rispetto al maggio 2014 nell’intera Unione Europea. Dato ancora più positivo se di guarda al primo pentamestre 2015 che registra un +11,8% del gruppo gestito da Sergio Marchionne. Va registrata invece la conferma di leggera decrescita della marca Volkswagen, la grande malata dell’ultimo periodo dentro al folto Gruppo Vw: nel mese di maggio si ha infatti un calo del 1,4% di vendite della “macchina del popolo” tedesco, tenendo però botta nel complessivo periodo gennaio-maggio 2015 che comunque vede un buon +6,3% nelle consegne “chiavi in mano”.



I dati prodotti da ACEA parlano di inversione potenziale della forza europea tedesca: se la Germania domina dovunque, dal calcio alla politica, nel mercato auto perde qualcosina, con un -6,7% che interrompe il trend positivo degli ultimi mesi. Altro colosso in difficoltà è la Francia che nel mese di maggio vede flettersi il “parco macchine” in uscita del -3,5%. Come per quasi tutti i paesi europei, il 2015 rimane comunque finora un anno positivo per le vendite, ma gli attuali rallentamenti devono essere monitorati meglio per evitare danni futuri. Danni che in UK e Spagna al momento non sanno neanche cosa sono: i sudditi di Elisabetta II continuano a comprare auto, con la 39esima crescita consecutiva in un periodo di crisi, mentre gli altri sudditi reali, ma spagnoli, sfruttano il PIVE e fanno crescere a doppia cifra le vendite auto, facendo impazzire gli analisti che prevedono nell’intero 2015 un mercato spagnolo dell’automobile che potrebbe superare il milione di immatricolazioni, per la prima volta dopo il 2008. Vamos, per ora in Spagna il pulsante acceso è Play, e non più Stop: l’invito è esteso a tutti. 

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