La notizia era nell’aria da giorni in casa Lingotto e ora è arrivata la conferma: l’ (National Highway Traffic Safety Administration), l’autorità americana per la sicurezza automobilistica, ha “concluso provvisoriamente” che il gruppo Fiat Chrysler non ha posto rimedio in modo tempestivo ai problemi di sicurezza, riscontrati in molti modelli di auto visionate – e anche per alcuni camion – né soprattutto, fatto più grave secondo l’NHTSA, non ha informato i proprietari delle auto del loro ritiro. Inoltre l’avviso di mancata fiducia si riferisce anche alla negligenza del gruppo guidato da Sergio Marchionne nell’aggiornare i funzionari federali sull’andamento della vicenda, questo quanto si legge in un documento ufficiale intercettato da Reuters. Nello specifico, la Federal Highway Transportation Safety Administration, parte del Dipartimento ai Trasporti, ha deciso di convocare una rara audizione pubblica il prossimo 2 luglio per valutare Fca US, la controllata con sede Michigan che dispone dei marchi Jeep e Chrysler, proprio per le responsabilità e le negligenze evidenziate dal documento trovato dalla Reuters. La notizia prende dei contorni più importanti anche per il fatto che l’NHTSA non convocava un’audizione del genere dal 2012 e all’epoca era toccato ad un piccolo importatore di biciclette, Wildfire Motors, per un problema ai freni.



La casa automobilistica italo-americana potrebbe ora dover pagare multe per oltre 700 milioni di dollari e vedersi obbligata a riacquistare o sostituire i veicoli ritenuti non sicuri qualora le autorità federali americane dovessero concludere che Fca non ha rispettato davvero gli obblighi di legge sui ritiri. Tali ritiri dal mercato, coinvolgono pare oltre 11 milioni tra auto e Camion, tra cui 1,5 milioni di Jeep Liberty e Jeep Grand Cherokee già ritirate nel giugno 2013 per ridurre il rischio di incendio in caso di urto nella parte posteriore. Stando a dati aggiornati fino al 30 aprile scorso, NHTSA ha detto che il gruppo degli Agnelli ha risolto i problemi solo su 320mila mezzi, ovvero il 21% del totale. Un ulteriore mancanza di Fiat Chrysler, che ancora deve essere confermato nella sede dell’udienza, è quella di non aver avvisato i proprietari delle macchine per oltre 5 mesi del rischio di rottura del sistema per gonfiare gli air bag. 



Al momento né NHTSA né Fiat rilasciano commenti a riguardo, di certo questa vicenda rimane una scomoda spina dentro al colosso di Marchionne, che ancora una volta dovrà sapersi destreggiare con abilità. Le risposte di certo, non tarderanno ad arrivare.

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