Avete in mente la segretezza e l’alone di mistero che circondano i grandi lanci di prodotti leader nel mercato? Non so, il nuovo IPhone, IPad, ma anche la Samsung, Microsoft e così via. Ecco da oggi dobbiamo inserire anche l’Alfa Romeo come azienda con le “manie di controllo”: con il prossimo e attesissimo lancio della nuova Giulia previsto per il prossimo mercoledì, filtrano pochissime notizie per quanto riguarda questo nuovo veicolo di massima importanza per la casa automobilistica lombarda in area Fiat. È proprio lo scafato ad di FCA che ha voluto creare un impenetrabile muro di silenzio attorno al lancio della gloriosa Giulia: Sergio Marchionne quasi non voleva neanche far trapelare il nome della macchina tanto segreta in progettazione da Alfa Romeo, ma si è lasciato scappare che il piacerebbe il nome “Giulia” rispetto a “100” o altri nomi circolati, perché sarebbe un richiamo alle antiche glorie dello sbiadito marchio milanese. Dunque mission impossible per la privacy? Servirebbe forse il leggendario Ethan Hunt in versione Tom Cruise, per il mistero attorno a questo importante lancio che si terrà mercoledì 24 giugno ad Arese, nel museo dell’Alfa Romeo: alcuni operai di Cassino, lo stabilimento del mistero, infatti pur parlando dell’argomento non si lasciano sfuggire nulla o quasi. «Ci sono moltissimi addetti alla sicurezza e se scatti anche solo una foto rischi il posto», afferma un operaio notevolmente coinvolto nella grande catena di montaggio in atto per la nuova Alfa; addirittura non si può accedere all’impianto con i telefonini. Intrighi ed estrema privacy che non fanno altro che alimentare l’attesa e la suspense per l’evento di mercoledì: questo clima attorno al lancio del marchio col biscione è spasmodico anche per il fatto che questa vettura riveste un’importanza quasi capitale nelle strategie di “M”: oggi infatti l’Alfa vende meno di 80 mila auto all’anno, contro il milione e mezzo di Fiat o il milione di Jeep, ma l’obbiettivo del Sergio (inter)nazionale è quello di arrivare nel 2018 con ben 400mila vendite, anche all’estero. Secondo il piano presentato ai vertici un anno fa, una grossa fetta di ricavi dovrebbe arrivare dal fuori Italia, entrando a gamba tesa nel mercato “premium”, per ora dominato da Audi, Bmw e Mercedes e dove i margini di crescita sono più alti. Scommessa già tentata dalla Fiat altre volte ma senza successo: proprio per questo la Mission è ancora più Impossible.
Ma le cose ora sembrano leggermente cambiate: il boom di Maserati è un indizio e i progetti di Alfa rivelano il grande piano di rilancio del brand, l’unico di fascia medio-alta nella tasca di Fca in grado di competere con le big d’Europa. Le voci che circolano parlano di investimenti attorno ai 5 miliardi di euro per poter sfornare ben 8 modelli entro il 2018, con il coinvolgimento di quasi tutti gli stabilimenti italiani: Cassino, Modena, Mirafiori e Pomigliano. La Giulia viene ritenuta un’Investimento decisivo da Marchionne visto che sembra aver tirato già fuori dal portafoglio quasi due miliardi di euro per questo progetto top-secret, rallentando anche la produzione di vari modelli nel Nord America. Gli scenari del “film” che sta girando Marchionne si dividono tra Torino, Detroit, Modena e Cassino, con il direttore delle operazioni che rimane Harald Water, capo del marchio AR. Dalle pochissime infiltrazioni arrivate da Cassino si inizia a fare un identikit del nuovo modello: sarà sportivo, leggermente più grande di una Bmw serie 3, sul retro monterà due fanali allungati simili alla Giulietta, mente sul muso ci saranno le novità più attese. Gli operai infatti raccontano che i fanali saranno rettangolari, mai visti prima su di un Alfa; già per questa presentazione dovrebbero essere pronte circa un centinaio di modelli, ma quando la produzione decollerà l’organizzazione sulle linee di montaggio prevede già una fortissima intensificazione del lavoro di stabilimento. Insomma “M” (Marchionne ma anche “il manager”), così tanto vituperato nell’accusa di portar fuori dall’Italia la Fiat, sembra essersi preso una bella rivincita, ridando grande linfa ad uno stabilimento in crisi come era quello di Cassino: vincerà lui creando nuove occupazioni e un brand da urlo per il mercato dell’auto? Ai posteri, anzi, agli spettatori col volante, l’ardua sentenza.