Che caos Volkswagen. Ma di cosa si tratta? Dopo la notizia della frode in Usa del colosso dell’auto sui controlli delle emissioni ambientali, le conseguenze sono state terribili, specie dal punto di vista economico. Bruciati infatti in poche ore quasi un quinto del fatturato totale della casa di Wolfsburg, con il titolo in borsa in crisi nerissima come non accadeva dal settembre 2008. Ma come si è arrivati a questo vero e proprio tracollo? Parte tutto con l’accusa dell’EPA (agenzia federale Usa per la protezione ambientale) contro il secondo costruttore di auto al mondo dopo Toyota che avrebbe violato le norme anti smog con le Audi e Vw a 4 cilindri prodotte tra il 2009 e il 2015, attraverso un metodo piuttosto originale come quello del software spiegato nel dettaglio più in basso. In sintesi il software montato di proposito anche se bisognerà verificare chi lo ha deciso in origine, sulle centralini dei motori 4 cilindri diesel e capace di rilevare quando la macchina è sottoposta ai test sulle emissioni, in modo da rendere attivo il sistema di controllo solo in quel frangente di tempo. Furbata quasi da “italian style”, che però stupisce per chi è stato beccato con le mani dentro la marmellata, ovvero i perfetti e teutonici tedeschi di Volkswagen. L’Epa ha infatti verificati che in tutti i restanti momenti della vita di un auto, l’emissione è altamente inquinante. Incredibile, ora tutto verrà verificato ma le ammissioni del n.1 Winterkorn ci sono già state. Quali modelli sotto accusa? I possessori di Jetta, Beetle, Audi A3, Golf e Passat comprate in Usa (per ora sono stati scoperti lì, e se ci fossero anche in altri Paesi?) tra il 2009 e quest’anno potranno avere seri problemi, con il ritiro immediato che ora il Gruppo tedesco sarà costretto ad effettuare.
Non sono buone le notizie per il Gruppo Volkswagen che rischia una maxi multa da 18 miliardi di euro per aver frodato l’amministrazione americana sulle emissioni ambientali delle proprie auto. L’agenzia federale per l’ambiente degli Stati Uniti (Us Environmental Protection Agency) ha accusato la casa di auto di Wolfsburg tra le più grandi al mondo, se non la più importante, di aver manomesso il software di controllo delle emissioni di gas su alcune vetture diesel. Il “gioco” era semplice: Volkswagen cercava di fare apparire meno inquinanti le proprie auto e ha sistematicamente eluso i test di inquinamento atmosferico vendute negli Usa tra il 2009 e il 2015. Montavano il software in modo da farlo funzionare a pieno ritmo il meccanismo solo durante i test ufficiali, mentre durante la guida normale le auto potevano arrivare ad inquinare dalle 10 alle 40 volte in più dei limiti di legge. Grossissimi guai in vista dunque per il numero uno di Volkswagen Martin Winterkorn che nonostante abbia ammesso subito le colpe (promettendo un indagine interna durissima) con un comunicato di scuse a tutti i propri clienti e dopo aver ordinato il ritiro immediato di tutte le auto, oltre al blocco delle vendite di tutte le proprie diesel, probabilmente perderà il posto. Nel frattempo il titolo in borsa è crollato nel giro di poche ore in maniera incredibile, precipitando da un iniziale -9% ad un attuale -21,5% a 127,5 euro: lo scandalo porta sempre più in giù il titolo con centinaia di miliardi di euro che vanno in fumo tra oggi e probabilmente i prossimi giorni.